Iscrivimi agli avvisi delle liste civiche di questo comune

Inserisci la tua email per rimanere informato sulla lista certificata
nel comune di VOLLA o nella tua regione



Tenetemi aggiornato
Sono disponbile ad aiutare una lista già  esistente
Voglio partecipare alla creazione di una lista certificata

giovedì 19 dicembre 2013

Favola della sera

Accadrà anche a Volla, come  è accaduto  in una miriade di altri posti , capannoni a fondo  perduto

pagati dallo Stato e arrugginiti, imprenditori calati da chissà dove  e poi scomparsi.
Il “pacco”, come quelli illustrati per gioco in tv  risulta, nella stragrande maggioranza di casi confezionato dalla sapiente dedizione di valenti commercialisti, famigerati politici, che inviano a Roma, al ministero dell’Attività produttive, felicissime e concludenti considerazioni: top management all’altezza, mercato in crescita, occupazione garantita.
Ma altro non sarà che l' ennesimo circuito truffaldino perfettamente organizzato, sostanzialmente colluso con la classe dirigente.
 Tutto  mentre il vecchio  mercato  chiude, chiude per essere divorato dalle fameliche fauci del CAAN.
Altro  enorme  baraccone in via di fallimento che serve solo a creare poltrone e clientele Tutto  questo a  pochi metri dalla zona rossa Vesuviana, evitata  per un soffio, evitata per dar spazio allo sviluppo-alla crescita, ma di sviluppo e di crescita non gliene frega niente a nessuno, questa è la verità. Esatto.Qui si lascia tutto agli appetiti dei cementificatori ed all’incompetenza dei nostri politici che non hanno mai amato queste terre
Questa è la verità.
Vox popoli vox dei.
Dei diritti,dei cittadini, della loro sopravvivenza, del  loro benessere  purtroppo, non gliene frega proprio niente a nessuno.

Tra le strade, tra i cittadini Vollesi, oggi non c’è amarezza ne avvilimento, ma odio,ci vogliòno unicamente mortificare, ridurre a miserabili, toglierci la dignità.
Non desiderano un  paese felice  ma la nostra morte civile.

Il predicatore 

venerdì 22 novembre 2013

23 novembre 1980

  In memoria dei 2914 morti, di cui 66 bambini

33 anni  sono passati da quella drammatica sera di domenica 23 novembre 1980, alle 19,36  persero la vita circa 3mila persone.

 33 anni  che fù,e rimane  uno spartiacque nella memoria dei campani, e di tutte le popolazioni colpite,come  dire, A.C. oppure D.C. noi  ricordiamo  P.T. è D.T.

Il lasso di tempo che divide il prima terremoto dal dopo terremoto, è ricordato solo per le  sofferenze ed il malaffare, appalti e , clientelismo  una ricostruzione mai terminata costata quasi 20 volte di più dell’importo previsto  (per colpa della politica)e bene ricordarlo

Una tragedia che andrebbe ricordata per l’incredibile numero di vittime, feriti e sfollati, ed invece viene irrimediabilmente ricordato per gli sprechi di fondi pubblici, malaffare, politica clientelare.

Migliaia di miliardi stanziati dallo Stato, che molto più velocemente dei soccorsi composero una catena di illegalità e di scandali, aste truccate, pagamenti per lavori mai effettuati, un intreccio tra malavita e politica,decine e decine di forme di conflitto d'interessi e accumulo di cariche pubbliche, sia a livello locale che su scala nazionale, è pensare che alcuni di quei politici a  distanza di trentatre anni siedono ancora beati nelle salate aule istituzionali.

In quelle stesse aule di farsa, ove ben 14 anni dopo venne istituita unaCommissione parlamentare presieduta da Oscar Luigi Scalfaro,«Mani sul terremoto» che  coinvolse 87 persone fra politici ed imprenditori e vennero individuati forti collegamenti fra politica e camorra, ma ovviamente tutto si concluse in un nulla di fatto.

(ieri come oggi)

Oggi è 23 novembre,  il giorno del ricordo per partecipare alla commemorazione, come accade puntualmente da 33 anni a questa parte, molti sindaci indosseranno la  fascia tricolore Senza il minimo pudore. 

Senza sentire minimamente la necessità morale di dover chiedere scusa ad una terra prima distrutta da una calamità naturale, poi violentata per decenni da questi stessi signori. Senza vergogna.

 

L.M.

giovedì 21 novembre 2013

TENSIONI NEL CONSIGLIO COMUNALE. L’OPPOSIZIONE: “CI SENTIAMO PRESI IN GIRO” SULL’ALIENAZIONE DEGLI IMMOBILI


 Emendamenti della maggioranza sui beni immobili in vendita, Ricci: “la prossima volta decidete direttamente voi”. Risponde il Sindaco: “Solo emendamenti formali, mai sostanziali”


    Provocazioni e accuse la fanno da padrone nel Consiglio Comunale tenutosi Giovedì 14 Novembre scorso. Tante le tematiche da trattare, ma il clima si infuoca subito. Poco dopo l’appello dei presenti un uomo, un certo Antimo, minaccia di gettarsi dalla finestra (un volo di due piani)  richiamando l’attenzione della platea, in particolar modo dell’assessore Pipolo, al quale rivolge pesanti accuse sulle sue attuali condizioni di invivibilità. Provvidenziale l’intervento del Sindaco Angelo Guadagno che, in rapporti più confidenziali con l’uomo, riesce nell'intento di calmare l’uomo  e riportare ordine in aula.
   Tuttavia l’atmosfera è tutt’altro che rilassata: tra le comunicazioni iniziali, oltre alla nomina della nuova segretaria Mogera, spiccano le notizie che il consigliere di minoranza Petrone sia stato aggredito dallo stesso Pipolo, a seguito di un acceso diverbio avuto in settimana in municipio, e delle dimissioni del Consigliere Festa (SEL) a seguito di profonde discrepanze riguardanti l’azione amministrativa ( a detta del suddetto, per mancanza di trasparenza, specialmente nella gestione del PUC).
   Numerosissime ed accese le interrogazioni, tanto da mettere in difficoltà il Presidente Guido Navarra nella moderazione; la prima, posta dal Consigliere Petrone all'Assessore al bilancio Romano inerente a delle “vessazioni” che il comune starebbe esercitando nella riscossione delle tasse sugli immobili, in quanto per  un inadempimento dell’amministrazione i contribuenti non avrebbero i documenti necessari alla consapevolezza dell’effettive spese tributarie a loro carico, specialmente di quelle arretrate (a loro insaputa) che comporterebbero more ed interessi in più da pagare.
   Altre interrogazioni hanno riguardato il verde pubblico: sotto accusa Pipolo da parte del Consigliere Annone, il quale chiede spiegazioni sui numerosi tagli effettuati di recente per le strade vollesi. I richiami del Presidente si cominciano ad aumentare; e ancora: segnalazioni su problemi di sanità scolastica, forte presenza di immondizia in alcune aree  della città, abusi di affissione ma non ( a detta dei consiglieri di minoranza) di esposizioni di merci che comprometterebbero il decoro urbano, come sosterrebbe la maggioranza.
   Infine, la gestione degli immobili in vendita nei parchi Panorama e Perrella, del tutto comunale e non privata ma che non convince né l’opposizione né il pubblico in aula (il consigliere Giovanni Riccio, residente per altro nel Parco Panorama, della maggioranza è stato pesantemente attaccato da alcuni presenti del pubblico. Soprattutto non convincono gli emendamenti effettuati da una sola parte del Consiglio, escludendo la minoranza, anche se il Sindaco e l’assessore  hanno precisato che si trattava di pura formalità,  e che nella sostanza non era stato modificato nulla. Intanto, nella sostanza, sia questo punto che quello successivo (arredo urbano, molto sentito dai proprietari dei chioschetti) all'ordine del giorno sono stati rinviati. E’, sempre nella sostanza, la questione dell’acqua pubblica continua a rimanere un  tacito mistero, da parte di ambedue le fazioni.

Leandro Mazzarella

domenica 17 novembre 2013

AULIN SOLUZIONE ELETTORALE "INIETTABILE"

Basta coi medici che fanno carriera con la politica sulla pelle della gente…


Forse  vi  sembrerà troppo, forse potrà sembrarvi provocatorio, ma se spendiamo qualche parola, nella nostra infinita ignoranza, è perché ...
 Ci  piace essere populisti.
Questa mattina dentro  l' auditorium della scuola Matilde Serao abbiamo  sentito  volare  questo  vocabolo a MO DI OFFESA. Signori  la vera offesa oggi è essere chiamato politico, ma non è di  questo che  vogliamo raccontarvi.

 Ma rivedere le norme per far sì che ci sia incompatibilità elettorale di medici e paramedici e professori a candidarsi nei comuni in cui operano la loro professione sarebbe cosa buona e giusta.
 Pensiamo che i "medipolitici", ma forse pure i "prolitici"  partano  da una posizione di vantaggio nei confronti degli altri candidati,   i primi soprattutto di speculare politicamente sulla salute dei cittadini.
Inoltre sorge spontaneo il dubbio: ma, in che misura pesa la possibilità lasciata a medici dipendenti di fare politica senza mettersi in aspettativecon  la tragica condizione della sanità medica? come è ammissibile che chi  svolge attività politica negli enti locali, o regionale o nazionale  poi  magari  di notte  compia turni  di guardia medica?e come fa a recuperare le ore prestate di notte o in orari diversi dal consueto per garantire che non sia affaticato senza tener conto delle ore prestate in politica?

L.M.

domenica 3 novembre 2013

NO ALLA LIBERALIZZAZIONE SELVAGGIA CHE UCCIDE I COMMERCIANTI.



Il 17 Ottobre si è discusso alla Camera della proposta di legge del MoVimento 5 Stelle "http://issuu.com/sergiovaccaro2/docs/1_-_pdl_750_-_testo_originale_m5s"che rivede la disciplina degli orari di apertura del commercio la domenica e nei festivi, demandando la materia alla potestà di Regioni ed enti locali.
Le liberalizzazioni indiscriminate messe in atto dal governo Monti - dichiarano i deputati M5S della Commissione Attività produttive - stanno uccidendo i piccoli esercizi e stanno desertificando i nostri centri
storici.

E’ dimostrato che i consumi non sono aumentati perché i cittadini hanno spalmato le spese su sette anziché su sei giorni. I  troppi centri commerciali nati nelle nostre città, si tengono a galla abbattendo i costi delle aperture nei giorni festivi comprimendo i diritti dei lavoratori. Le liberalizzazioni non hanno portato né una diminuzione dei prezzi, né all'aumento dei posti di lavoro, al contrario, la crisi del commercio sta falcidiando i  piccoli esercizi commerciali.

Negli ultimi 18 mesi hanno chiuso 101.000 negozi con la perdita di circa 300.000 posti di lavoro. 
La grande distribuzione ne approfitta obbligando i lavoratori a turni di lavoro stressanti che, non contemplando chiusure domenicali e festive, sono impossibili da conciliare con la tutela della vita familiare.
I piccoli esercizi commerciali, già in crisi, non reggono questo aggravio di costi e chiudono. In definitiva non hanno creato una sana concorrenza ma hanno solamente acuito lo scontro tra piccola e grande distribuzione.
I cittadini si sono espressi contro le liberalizzazioni in un referendum datato 1995 e adesso c’è una proposta di legge di iniziativa popolare che ricalca in gran parte il nostro testo.
Malgrado ciò i partiti rifiutano a prescindere di votare a favore di una legge presentata dal MoVimento, anche se di evidente buonsenso.
Loro continuano a proteggere gli interessi dei più forti, noi difendiamo le piccole e medie imprese e tuteliamo il tessuto sociale e commerciale delle nostre città.

MoVimento 5 Stelle
Gruppo parlamentare - Camera dei Deputati

venerdì 1 novembre 2013

ARTICOLO 32 COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

ARTICOLO 32 COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA (STRALCIO): “LA REPUBBLICA TUTELA LA SALUTE COME FONDAMENTALE DIRITTO DELL’INDIVIDUO E INTERESSE DELLA COLLETTIVITA’

 Tutte questi i nomi degli affiliati che erano a conoscenza di quella che stava accadendo, e sarebbe accaduto tra Napoli e Caserta. Loro decisero ugualmente di mettere quelle parole sotto segreto. La verità oggettiva censurata da interessi economici ed ideologie vetuste e criminali. Di tutto questo la stampa si guarda bene di indicare tutti i responsabili, non fosse altro che sono i loro referenti politici che rappresentavano la metà degli italiani, ossia coloro che si resero complici secretando quegli atti senza mai mettere in atto provvedimenti .
                                                                                               Leopoldo Muschetti
Deputato al Parlamento Ministro senza portafoglio per il coordinamento della protezione civile NAPOLITANO dott. Giorgio
Massimo Scalia, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse Gruppo Misto, Centro Sinistra
Gianfranco Saraca, Forza Italia
 Giovanni  LUBRANO DI RICCO, Gruppo Verdi-L'Ulivo
Roberto NAPOLI, CCD
Giuseppe SPECCHIA, Alleanza Nazionale Governo Prodi-I (dal 17 maggio 1996 al 20 ottobre 1998)
 Ministri Presidente del Consiglio dei ministri PRODI prof. Romano, Deputato al Parlamento Vice presidente del Consiglio dei ministri
VELTRONI Walter, Deputato al Parlamento Ministro senza portafoglio per la solidarieta' sociale
 TURCO Livia, Deputato al Parlamento Ministro senza portafoglio per la funzione pubblica e gli affari regionali
BASSANINI prof. Franco, Senatore della Repubblica Ministro senza portafoglio per le pari opportunita FINOCCHIARO Dott.ssa Anna, Deputato al Parlamento Ministro senza portafoglio per i rapporti con il Parlamento
BOGI prof. Giorgio, Deputato al Parlamento (dal 14 marzo 1997) Ministro senza portafoglio per gli italiani all'estero
DINI Dott. Lamberto, Deputato al Parlamento Ministro senza portafoglio per il coordinamento della protezione civile
 NAPOLITANO dott. Giorgio Ministro senza portafoglio per i problemi delle aree urbane
COSTA prof. Paolo (dal 21 novembre 1996)
 DI PIETRO avv. Antonio (fino al 21 novembre 1996) Ministro senza portafoglio per lo spettacolo e lo sport VELTRONI Walter, Deputato al Parlamento Affari esteri
 DINI Dott. Lamberto, Deputato al Parlamento Interno
NAPOLITANO dott. Giorgio Grazia e giustizia
 FLICK prof. avv. Giovanni Maria Tesoro (1)
 CIAMPI Dott. Carlo Azeglio Bilancio e programmazione economica (fino al 31 dicembre 1997)
VISCO prof. Vincenzo, Deputato al Parlamento Difesa
ANDREATTA prof. Beniamino, Deputato al Parlamento Pubblica istruzione
BERLINGUER prof. Luigi, Deputato al Parlamento Lavori pubblici
COSTA prof. Paolo (dal 21 novembre 1996)
DI PIETRO avv. Antonio (fino al 21 novembre 1996) Risorse agricole, alimentari e forestali (2)
PINTO avv. Michele, Senatore della Repubblica Trasporti e navigazione
BURLANDO Claudio, Deputato al Parlamento Poste e telecomunicazioni (3)
MACCANICO Dott. Antonio, Deputato al Parlamento Industria, commercio e artigianato
BERSANI dott. Pier Luigi Lavoro e previdenza sociale
TREU Prof. Tiziano, Deputato al Parlamento

mercoledì 30 ottobre 2013

Quanto ci costa il festival della legalità

Questa mattina a Cercola si è tenuta una manifestazione a favore della legalità. Non ci sarebbe niente da obiettare, anzi,ma certe volte la legalità si presenta sotto strane forme. Questa volta si è presentata sotto forma di un elicottero della polizia, che dopo svariate piroette fà l' inchino al tricolore. Tutto molto coreografico, ma anche molto inutile oltre che dispendioso Avete idea di quanto costi un elicottero che vola qua sopra i cieli vesuviani per due ore? Che rischi abbiamo sopportato? E qui mi sono chiesto: ma quanto ci costa il volo di questi uccellacci? I consumi di un normale elicottero oscillano tra i 150 e gli oltre 400 litri l'ora. Dipende se monomotore o bimotore e che tipo di volo deve effettuare. Per esempio, i moderni AS 350 B3 Ecureuil, elicotteri in dotazione alla Protezione civile, consumano in media 184 litri di cherosene per ogni ora di volo e questo carburante costa circa 1,20 euro più Iva al litro. E’ davvero così necessario annunciare la legalità come fatto eclatante con il volo degli elicotteri? non si possono fare certe manifestazioni senza SPRECARE ( il danaro pubblico? E qualcuno, dagli Uffici della Procura, indagherà mai sulla reale necessità di tutta questa ostentazione “elicotteresca”? Lo sapevo, mi sono rovinato anche questo fine settimana, con i miei dubbi e le mie incertezze. Icaro

lunedì 28 ottobre 2013

Gli e-rode il verde

Mancano pochi giorni a Natale,è cosa troveremo sotto l' albero? Ammesso che un albero rimanga per Natale Non ci sembra aver visto nessuna stella cometa negli ultimi quindici mesi, eppure nella zona Vesuviana, è all'opera un novello Erode, nella persona del Sindaco, basta leggere i post di questi giorni su numerose pagine o gruppi, basta girare una mezz' ora nei circa sei kilometri quadrati Vollesi per scoprire che nella cittadina vesuviana di Volla, dove tutto e come nelle peggiori periferie, si sta perpretrando un verdicidio, basta poco, bastano pochi sguardi per scoprire che a Volla non è adottato nessun regolamento per il verde pubblico e privato,strumento che consentirebbe una gestione razionale del verde urbano pubblico. Il nostrano Erode G, forte di questa mancanza,cerca di portare a termine il suo terribile compito, sterminare tutti gli alberi. chiamando a rapporto i suoi adepti e mandandoli in ogni strada, in ogni via, a cercare il Nazzareno verde, allo scopo di eliminarlo. Le proporzioni del disastro sono tali che rimanere indifferenti, adesso, significa essere complici: e infatti soltanto chi soffre e si dimena e si lamenta è,una persona sana, perché non riesce ad accettare l’orrore come un dato di fatto. Molte domande indecenti andrebbero poste ai sabotatori della società, perché il loro fine inconfessato è di trasformare il paese, o la città, che dir si voglia, in surrogato. Ma c’è molto più di Erode qui, visto che il suo potere non è minacciato da alcun infante. Da un lato innalzano Volla città a misura di bambino, dall’altro distruggono il verde esistente e… "fanno la festa persino agli alberi" che già esistono da prima di loro. Hanno chiesto, almeno, l’autorizzazione alla Forestale? C’è una relazione agronomica che giustifichi l’abbattimento indiscriminato di questi alberi di alto fusto?? a quanto ammonta la spesa per gli abbattimenti?Ma soprattutto vorremmo sapere: chi paga per gli alberi già abbattuti e con quali soldi? “ Invano ho cercato tra le “carte on line” una qualsiasi forma di autorizzazione, una relazione agronomica o, almeno, l’impegno, come è previsto per legge, a ripiantarne altrettanti!!!NIENTE Qualcuno dice che distruggere un albero è come togliere la vita ad un bambino!!! Forse questi “erodi” amministrativi, questi irresponsabili e colpevoli “verdicidi” (“omicidi” del verde pubblico) non se ne sono resi conto. Non ci sono parole!!! Contemporaneamente però tutto quello che ancora rimane da salvare e stato scritto sul retro di un francobollo, e le stelle sono qui a dimostrarlo. Leopoldo Muschetti

giovedì 17 ottobre 2013

Il 50% degli edifici scolastici in Italia non ha la certificazione di agibilità, oltre il 65% è senza certificato di prevenzione incendi e il 36% ha bisogno di manutenzione urgente, e le strutture scolastiche di Volla? Il Movimento Cinque Stelle Volla in data 10/10/2013, si è recato presso la casa Comunale di Volla in Via Aldo Moro, per chiedere, mediante protocollo "Protocollo n° 0017678" http://files.meetup.com/3886992/img088.pdf, una copia dei seguenti certificati: certificato di idoneità igienico-sanitaria, rilasciato dalla A.S.L. competente; certificato di agibilità ad uso scolastico (qualora sia stato prodotto certificato provvisorio o temporaneo o di compatibilità urbanistica per l'uso provvisorio); Le gestioni che, nelle more del rilascio del certificato di agibilità, da parte dell'autorità comunale competente, hanno presentato la perizia tecnica giurata, con il predetto certificato di agibilità dei locali ad uso scolastico; certificato di prevenzione incendi rilasciato dal Comando dei VV.FF. (ove richiesto in relazione al numero di presenze contemporanee nella struttura scolastica). La presente richiesta è stata enunciata solo dopo una evidente "a nostro parere" assenza di manutenzione da parte degli organi preposti presso le strutture scolastiche, partendo dalla semplice tinteggiatura delle aule "dove diversi genitori si sono fatti carico delle spese, 5.00€ per bambino al fine di rendere le aule decenti, e dopo le diverse segnalazioni da parte di numerose mamme, che, nell'accompagnare i propri pargoli presso i vari istituti, hanno notato un degrado ai solai, pareti perimetrali e diverse infiltrazioni d'acqua. Il Movimento Cinque Stelle Volla tiene a precisare che il presente comunicato non vuole creare panico e agitazioni tra i genitori, insegnanti e alunni, ma ha come scopo la sicurezza dei bambini, degli insegnanti e dei diversi collaboratori scolastici che ogni giorno si recano a scuola, quindi si sottolinea che le strutture debbano essere idonee anche per un eventuale rischio sismico. Siamo sicuri che a breve riceveremo i documenti che garantiranno l'idoneità delle strutture, e che le diverse denunce si riferiscono agli interventi di manutenzione urgente, in questo caso informeremo e tranquillizzeremo diversi genitori e servirà a tranquillizzare anche noi, ma si precisa che qualora le medesime non dovessero risultare idonee, provvederemo con diverse ispezioni con tecnici e vigili del fuoco, al fine di capire il grado di pericolo e le eventuali responsabilità. Movimento Cinque Stelle Volla.

mercoledì 16 ottobre 2013

#leggetruffa L'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti è una legge truffa. I partiti continueranno a incassare i soldi pubblici. Il #m5s ha rinunciato a 42 MILIONI di euro.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1154-A) EMANUELE COZZOLINO-Parlamentare del M5S Diciamo no alle campagne elettorali faraoniche e alle spese per giornali e tv di partito con direttori pagati 7.000 euro al mese, un'offesa per i normali lavoratori. La politica in cui crediamo, ma che abbiamo anche già realizzato, è quella a costo limitato e che si sovvenziona con l'aiuto dei militanti. È la politica di chi decide di dedicare parte del suo tempo privato e dell'attività professionale, al suo comune, alla sua regione o al Paese – non alle province – per poi tornare un minuto dopo la scadenza del suo mandato alla vita professionale e privata di prima. Cari colleghi, ma chi lo dice che questa non sarebbe democrazia ? Chi lo dice che fare politica in questo modo metterebbe a rischio l'articolo 49 della Costituzione ? Ecco perché, idealmente diciamo no a questo disegno di legge, perché noi crediamo ad un altro modo di fare politica e vogliamo provare, con i nostri limiti, a realizzarlo. Venendo al merito del disegno di legge, il MoVimento 5 Stelle dice no perché non si tratta di una vera riforma, ma di una dilazione, di un tentativo molto abile di prendere tempo, visto che il temporeggiare è la caratteristica di questo Governo, in attesa di tempi migliori. Si tratta di un gioco di prestigio che il mago Letta ha inventato nel tentativo di calmare l'opinione pubblica e al tempo stesso di non fare davvero male ai partiti che lo sostengono e a tutti gli altri ovviamente. In un film di qualche anno fa dal titolo «The Prestige» uno dei personaggi spiega le tre parti di cui si compone un gioco di magia. La prima è la cosiddetta «promessa» in cui l'illusionista mostra un oggetto e annuncia cosa sta per fare. Il secondo atto è definito «la svolta», ovvero il mantenimento dell'annuncio. Ed il tutto si chiude con l'ultimo atto che è il «prestigio» vero e proprio, ovvero la ricomparsa dell'oggetto. Sembra una descrizione perfetta del metodo seguito dal Governo Letta. Il Governo all'atto del suo insediamento ha annunciato di voler abolire il finanziamento pubblico. E questo costituisce la «promessa». Il disegno di legge costituisce «la svolta». Il Governo illude il pubblico di aver realizzato la promessa. Il problema sta nel fatto che, se le cose stanno come noi temiamo, prima o poi arriverà il «prestigio» vero e proprio, ovvero il tentativo di riaprire i rubinetti come e più di prima. L'articolo 14 stabilisce che nell'esercizio in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, il finanziamento è riconosciuto integralmente. Inoltre prevede che nel primo, secondo e nel terzo esercizio successivi a quello in corso alla data di entrata in vigore della legge, il finanziamento è ridotto del 40, del 50 e del 60 per cento. Pardon, è stato approvato un emendamento che riduce il 25 per cento il primo anno, il 50 per cento il secondo e il 70 per cento il terzo. Ho citato testualmente questo passaggio per sottolineare che il testo non prevede date precise, ma il meccanismo di graduale riduzione della vecchia forma di finanziamento decorre dal momento dell'approvazione della proposta di legge. Cíò significa che se questa legge non dovesse essere approvata entro il 31 dicembre 2013 i partiti percepirebbero legittimamente 91 milioni di euro, ovvero la rata intera del finanziamento pubblico, anche per il 2014.   Sul vantaggio fiscale previsto per le erogazioni liberali si è compiuto un altro colpo di mano proprio per cercare di aumentare il più possibile le risorse a disposizione dei partiti in una contingenza che gli stessi partiti sperano sia il più breve possibile.   Gradualismo, ma sarebbe più appropriato parlare di deroga, anche per quanto riguarda il nuovo articolo 8 relativamente al tetto elevatissimo delle erogazioni liberali di 300.000 euro. Ebbene questo tetto alto come un grattacielo non scatta neppure da subito, ma dal 2017 !   Per quanto riguarda le erogazioni liberali delle persone fisiche si opera su un doppio binario.   Concludo. C’è una canzone molto famosa di diversi anni fa che dice « Berta filava. Filava con Mario e Filava con Gino. Poi nasce un bambino. Non è di Mario e non è di Gino». È la fotografia di questo disegno di legge che non è figlio di nessuno e che non è amato da nessuno dei partiti con cui il governo sta filando per farlo nascere. Questo significa che alla prima occasione utile sarà disconosciuto. Il nostro voto contrario vuole bocciare quella che non è una riforma, ma il piatto forte di Letta, l'ennesimo rinvio. La nostra riforma è agli atti, il tempo dirà chi ha avuto ragione e gli Italiani giudicheranno (Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1154-A) EMANUELE COZZOLINO-Parlamentare del M5S

mercoledì 9 ottobre 2013

Dietro le sbarre di Napolitano

carceri nella illegalità la torrida estate 2011
www.osservatorioantigone.it/upload/.../2865la_torrida_estate_2011.pdf
'Italia risulta disporre già di decine di istituti penitenziari, anche nuovi o restaurati, spesso ultimati, a volte anche arredati e perfino vigilati, che permetterebbero di custodire i carcerati in condizioni più umane, di curare meglio i disabili psichici, di prevenire meglio i suicidi, di difendere meglio i detenuti più deboli, e di offrire condizioni migliori anche alle guardie. Ma  pochi  ne scrivono lo fanno prevalentemente per prendere le distanze dal "business delle carceri" e deplorare il fatto che "avanza il cemento"
 Intanto nessuno ci spiega perché  strutture nuove non si debbano utilizzare. E in rapporto alla popolazione, secondo gli ultimi dati del Consiglio d'Europa l'Italia ha meno detenuti della media europea, con 106,6 carcerati contro  143,8 ogni centomila abitanti.
 
 Gela.  un carcere nuovo di zecca,progettato nel 1959, finanziato nel 1978 inizio lavori 1982 e inaugurato, inutilmente, nel 2007 ,poi altre tre volte
 48 celle pulite, arredate e con il bagno privato ,ma non può aprire,mancano gli agenti di polizia penitenziaria. Per la precisione ce ne sono 10 (ogni sera accendono le luci e le spengono all’alba), ma ne servirebbero altri 80. Dovrebbero guardare i detenuti; per ora si limitano a guardare un carcere vuoto.

Cuneo dove c’è un nuovo padiglione da 400 posti completamente vuoto. Allo stesso modo è  vuoto il carcere di Velletri (altri 200 posti) in provincia di Roma. Semivuoto, invece, il nuovo carcere di Rieti. Dove si sono scelti progetti meno ambiziosi la sostanza non cambia. A Nuoro ci si è “accontentati” di realizzare una nuova ala. Che però non ha mai aperto. Situazione identica ad Avellino. A completare l’elenco delle carceri inutilizzate ci sono altri due reparti vuoti, uno a Enna e l’altro a Barcellona Pozzo di Gotto.Revere (provincia di Mantova) dove i lavori, iniziati vent’anni fa, sono fermi da dieci e i locali sono stati depredati,  quello di Arghillà (Reggio Calabria), ultimato nel 2005 con oltre 90 milioni di euro di spesa e mantenuto, vuoto, con 2,5 milioni di euro annui. In quest’ultimo edificio ci sono le telecamere a circuito chiuso, le celle per 300 detenuti, i computer e il mobilio negli uffici amministrativi. Parrebbe quindi non mancare di nulla; peccato abbiano “dimenticato” di predisporre la strada di accesso. E poi Gorizia, Udine, Pinerolo, Codigoro, Pontremoli, Pescia, Ancona, Gragnano, dismesso per un problema geologico. Dismesso anche il carcere di Frigento. Quello di Morcone è completato ma ancora chiuso.senza dimenticare Altamura.

 ed ancora il carcere empolese di Pozzale un fortino di cemento vuoto e inutile,26 celle vuote alla faccia della razionalizzazione gli unici ospiti ora sono rimasti alcuni agenti tenuti a sorvegliare la struttura.
Bovino (Foggia), con una struttura da 120 posti, già pronta, chiusa da sempre.
Accadia (Foggia), il penitenziario consegnato nel 1993, è ora di proprietà del Comune e mai utilizzato.
Irsina (Matera), è costato 3,5 miliardi di lire negli anni ’80, ha funzionato soltanto un anno ed oggi è un deposito del Comune.
Castelnuovo della Daunia (Foggia) è arredato da 15 anni e mai aperto.
Orsara (Foggia), dove è presente una struttura mai aperta.
Volturara Appula (Foggia), la struttura da 45 posti è ancora incompiuta.
Maglie (Lecce) è solo parzialmente utilizzato per ospitare detenuti semi-liberi. Non è finita.
Francavilla Fontana, utilizzata per un po’ di tempo e poi adibita a sede della Polizia municipale. L’istituto di Spinazzola, attualmente chiuso, invece, ospitava 40 detenuti , pur potendone accogliere cento.

Ci sono, poi, l’istituto di Minervino Murge, mai completato, e la struttura di Casamassima, “condannata all’oblio da un decreto del Dipartimento”. A Monopoli, dove gli sfrattati avevano trovato un tetto nelle celle, la prigione è stata dismessa.
 A Mileto (Vibo Valentia), il carcere è stato ristrutturato e chiuso. Mentre a Minervino Murge (Bari), la struttura non è mai entrata in funzione.
Il carcere di San Valentino (Pescara), costruito da quasi 20 anni, non ha ospitato mai alcun detenuto e ora è in totale stato di abbandono.

A Monopoli (Bari) nell’ex carcere mai inaugurato, non ci sono detenuti ma sfrattati chehanno occupato abusivamente le celle abbandonate da 30 anni.


Costruiscono, spendono soldi pubblici, ma poi lasciano vuote le nuove strutture. Sono pazzi? No. Sono interessati alla torta da spartire. Soldi. Soldi. Soldi. La verità è che per risolvere la vergognosa situazione penitenziaria occorre ripensare l’intero sistema politico, senza nessuna possibilità di condono,o  amnistia quella più volte invocata dal presidente Napolitano

Silvio pellico

giovedì 3 ottobre 2013

Gli Scissionisti (The day after)Il Nuovo cartello

Tutto deve cambiare affinché nulla cambi, diceva – nel Gattopardo - Don Fabrizio al forestiero che tentava di mettere in piedi una nuova classe dirigente siciliana.


  Alfano e gli scissionisti, hanno deciso  di  mettersi per  fatti  loro,un nuovo cartello politico almeno  fino   al  momento  in  cui stiamo scrivendo  non  vogliono  genuflettersi alle  ultime disperate urla di rabbia di un capo vicino alla condanna (politica e/o giudiziaria, decidete voi). Il dato politico è l’incoerenza – divenuta ormai troppo troppo esagerata – di una  cosa  chiamata partito imperniato a parole sul garantismo e sulla certezza della pena, temi calpestati dalle necessità contingenti e personali del suo leader. Vedere un partito basare le proprie scelte politiche circa le sorti di un governo e di un paese sulle prospettive giudiziarie di un singolo uomo, è aberrante. In questo senso, a Berlusconi è arrivato dai suoi un segnale chiaro, sia da parte di chi ha consumato lo strappo, sia dai fedelissimi cagnolini che fino all’ultimo hanno supplicato il voto di fiducia. E alla fine, conti alla mano, Silvio ha dovuto cedere.
Lo strappo di Alfano e compagni ha alla base qualcosa di più di un semplice scatto di dignità.  hanno inferto un’altra sconfitta, alla sinistra appunto, quella di Bersani e D’Alema. Non solo il Pdl, ma anche il Pd esce mutato da questo voto. Perchè Letta (Gianni+Enrico, è la stessa cosa) hanno ora in mano le redini di entrambi i principali cartelli
italiani. In entrambi gli schieramenti, sanno di poter contare su truppe sostanziose che nel momento del bisogno non hanno esitato di dare il loro apporto.
Hanno ucciso i vecchi, Berlusconi e D’Alema, per far resuscitare il vecchissimo, la Democrazia Cristiana. Che si sta staccando, da destra e da sinistra, per riabbracciarsi dopo tanto tempo. L’uccisione del leone Silvio ha un messaggio: i poteri forti hanno deciso di abbandonare il Cavaliere per puntare su un altro cavallo. Lo ha confessato lui stesso, amareggiato per il mancato esito positivo della trattativa con Napolitano, affidata a Letta detto  o ZIO. Ciò giustifica la serafica tranquillità dei Formigoni, Cicchitto e via dicendo, ciò giustifica la disperazione della Santanchè.

sabato 28 settembre 2013

Vite a perdere

 Gli incidenti stradali che coinvolgono automezzi adibiti al trasporto di materie pericolose possono
avere gravi conseguenze per la popolazione e per l’ambiente.
La rilevanza di tali rischi non è generalmente percepita dai  Vollesi  che non pensano al forte
pericolo che connota le nostre strade in caso  di  incidente con il possibile rilascio delle sostanze pericolose
trasportate. Eppure  studiare  livelli  di sicurezza  ed accorgimenti  vari  dovrebbe essere una priorità al fine  di ottenere ,ed adottare appropriate misure di prevenzione.

 Quindi Volla e  terra  di transito  di  parecchie  sostanze  pericolose  trasportate su  gomma ( attraverso il centro  cittadino)    esiste  una  valutazione di  rischio  ambientale? esiste un piano     per  un  eventuale  incidente chimico? le  autorità sono a conoscenza, statisticamente delle  quantità di  merci  che   transitano  sul territorio Vollese? ed  inoltre   e normale  che  questi  automezzi attraversino  il centro  cittadino,  talvolta sfrecciando?   come  mai non  si  inibisce il passaggio  di  questi  mezzi   installando  dei  limitatori  di altezza?

 Esistono  studi e ricerche volte a tutelare l’ambiente e la salute dell’uomo con particolare attenzione
agli aspetti relativi all’impatto ambientale di sostanze inquinanti ?

Purtroppo  pochi sanno, politici,  ed amministratori compresi, che si possono raggiungere esiti catastrofici con gravi perdite di vite umane ma   a nessuno  sembra fottersene, avete  mai  sentito un  simil politico Vollese  di  destra , di  sinistra, di centro, di  sotto  o di sopra  sollevare  queste  questioni?  maiiiiiiii  mai   mai



  Dopo l' incidente, riusciranno a sopravvivere alle  nostre  domande? che son grosse e son tante e spesso vengono  ridicolizzate?Ma la verità vera e che  le  nostre  vite sono  a perdere, senza  valore, fintanto  non   le puoi  barattare  con  un voto.


L.M.

sabato 21 settembre 2013

RICCHI INTRALLAZZISTI & MISERABILI MESTIERANTI

 I FATTI   RAPPRESENTATI,  E CONTENUTI SONO FRUTTO DELL'IMMAGINAZIONE DEGLI AUTORI, OGNI SIMILITUDINE, RIFERIMENTO O IDENTIFICAZIONE CON FATTI, PERSONE, NOMI O LUOGHI REALI, E' PURAMENTE CASUALE E NON INTENZIONALE..

Il  semplice Racconto (di fantasia) di chi  si allontana amareggiato  senza mai voltarsi, nemmeno per un “addio” 

Tra  qualche  giorno   sarò  costretta  a trasferirmi  a Milano  per  lavoro ed allora  finalmente  posso  dirvi  tutto  quello  che  penso, posso  raccontare  di  tutto  quello  che  ancora non riesco a capacitarmi di come i cittadini  Bollesi riescano a vivere in questo paesello. Gli avvenimenti degli  ultimi  dieci  anni dovrebbero  far riflettere veramente tutti su come Bolla stia cadendo  sempre di più in un tunnel senza via d’uscita e di come tutti in un modo o nel altro abbiamo contribuito a tutto questo.

Oggi  mi  chiedo, e vi  chiedo  “perchè” ?
 Ho sentito molte persone parlare di  politica,il  mio  stesso  misero. precario, sottopagato  lavoro e  stato  svenduto,  frutto di  una trattativa  politica. Sono agghiacciata e terrorizzata da quelli che sono i loro discorsi, le loro idee, il loro modo di vedere paesano.

Qui non c’è nessuno che si salva, qui  non ci sono i buoni e i cattivi, ma   sicuramente deve esserci qualcosa di brutale e di totalmente primitivo  che mi fa seriamente pensare che per questo paesello non ci sia veramente nulla da fare, che le persone non cambieranno mai e che non ci sarà mai una via d’uscita a tutto questo.

Ma come vi hanno ridotti. Siete tristi, ammalati. Siete terminali.
Vi bruciano, vi sporcano. marciscono le verdure.  E voi zitti, perché dovete dare conto. Sempre più abituati alla sporcizia, sdraiati nel degrado sbadigliate dalla mattina alla sera. A breve vi faranno mangiare carne di cane, bere scolo e mendicare per strada.
E pensare che ci sono un mare di idioti cecati che ancora non hanno capito che certi   individui del paesello li prendono per il culo. Fanno finta di odiarsi e poi sotto sotto fanno i loro interessi,  con associazioni e cooperative  talvolta sociali,  fasulle.

 Da 10 anni a questa parte questo avete permesso al BRIATORE di  turno, ogni abuso ,dalla violazione di tipo PAESAGGISTiCO,fino ad impedire il libero transito di pedoni in terreni demaniali.

Oggi ci troviamo Vi  ritrovate  un  sindaco \medico, che invece di essere interessato alla vostra salute, pensa alla TARANTELLA. Il resto della NULLAFACENTE AMINISTRAZIONE, MUTA, CIECA E SORDA, osserva senza fare NIENTE, mentre i BRIATORI, OCCUPANO e ROVINANO il poco che resta delle vostre terre, e voi sbadigliate.
La vostra terra era unica, qui la terra abitava dentro le persone. L’avete svenduto ai mercenari, chiedendo favori. Stupidi favori. Siete debitori di chi vi piscia in testa.
Avete perduto onore e appartenenza. Ma che schifo siete? Ululate riti collettivi su Facebook e poi vi vendete per una cazzuola  di  calce  ricambiando con sorrisi ospitali e complicità da cantina.
Parlerò male di voi ovunque.
 Vi dico addio per sempre, disgraziati.

  Maria

venerdì 13 settembre 2013

Olimpiadi 2024, Evviva,Enrico Letta annuncia la candidatura

I partiti  dei senza vergogna, i partiti  del vizio, dei  facili  soldi pubblici del finanziamento senza   i  quali non  riescono  a mantenere   i loro  enormi  carrozzoni, i  partiti dei redditometri,delle pensioni d'oro, dei   senatori facili, e dalle   condanne difficili,   Questi partiti    ora  vogliono far abbattere su di noi  Italiani un ennesima  sciagura, loro  lo  chiamano  evento: le Olimpiadi a Milano o  Roma.

 Ci  chiediamo ,con  quali  soldi? con  quale  accisa?
Ma conosciamo  bene l' inventiva , e la fantasia dei  nostri  governanti, a  loro  sicuramente  non  mancherà  modo  di   inventarsi  una tassa, oppure  fare  una  legge   apposta.
Mancano undici anni, eppure  già ci  sembra di  sentire  levarsi  alto  il  coro  di  inutili proclami: migliaia di posti di lavori, una occasione di rilancio, la rinascita Italiana.
Ebbene cari amici, volevate forse che questo bocconcino prelibato da un fantastiliardo di ricavi sfuggisse al panorama criminale  allargato, fatto da politici, camorra e ‘ndrangheta?

La  verità che  sarà  solo  una  grande occasione per  gonfiare appalti,per  riaprire il mercato  mai  chiuso della compravendita di voti  e del  guadagno per  continuare ad alimentare il circuito di clientele, saccheggiare le casse pubbliche, garantire abbuffate orizzontali.
Magari tra una piscina olimpionica ed il rifacimento degli stadi, non ci scappi qualche opera che, casualmente,tra  qualche  anno qualcuno si  ci  ritrovi  proprietario a sua insaputa.
Consulenze, studi fattibilitá, comitati, che  ci  costeranno  un occhio della testa, insomma sarà inevitabile  il grande“magna magna” con una  spesa colossale.
Sono  ancora    ben  impressi   nelle  nostre  menti  ( almeno  nella mia) gli sperperi  dei giochi olimpici invernali di Torino, costate più di un miliardo di euro in appalti,  milioni di metri cubi di cemento armato, tonnellate di ferro e campagne e boschi deturpati per sempre
 Volete  degli esempi ? Pista di bob, costo 61 milioni, ferma . Troppo costosa per il gestore, che spende 300 mila euro all'anno per le 40 tonnellate di ammoniaca necessarie alla refrigerazione dell'impianto.
struttura per trampolini del salto, (sciistico) struttura, costata più di 34 milioni, non vede un atleta da tempo  immemore
Stadio di freestyle: costato 8 milioni e usato solo nei 15 giorni delle  gare, è in stato d'abbandono. I lavori per smantellarlo si sono interrotti perché il Comune, proprietario del sito,non ha ancora ricevuto i 700 mila euro promessi dalla Regione.


 Vogliamo  parlare  dei grandiosi  mondiali di   Italia 90?
Stadio Delle Alpi di Torino: 69.041 posti a sedere, tre anelli, una pista di atletica, si giocarono cinque partite dei mondiali, compresa la semifinale Germania-Inghilterra. Nel 2008 la demolizione dell'impianto e su quel terreno, dopo due anni e mezzo, ha visto la luce il nuovo stadio di proprietà della Juventus (41mila posti, senza pista di atletica). Si calcola che per il Delle Alpi si spesero circa 226 miliardi di vecchie lire, tra impianto e opere connesse.
 Pensate  che nel bilancio di previsione 2011 di Palazzo Chigi ,  c'era un capitolo sui mutui accesi con la legge 65 del 1987, quella che diede il via alla costruzione degli stadi per Italia '90: 55 milioni di euro (leggi l'articolo di Gian Maria De Francesco sul Giornale)E lo Stato ( NOI)ancora oggi continua a pagare il conto.

Vogliamo  parlare del G8 ? 18mila euro per l’acquisto dei posaceneri

Tralasciamo volutamente  i  mondiali di nuoto di Roma e i giochi del Mediterraneo di Pescara,  per la vastità e la complessità oltre  lo schifo perpetrato, il tutto  ancora sono sotto analisi della magistratura, ed alcuni  manufatti addirittura sotto sequestro, per abusi e violazioni edilizie.

 Sarebbe  veramente  un  peccato  perdersi   questa grande  occasione per  dimostrare  ancora una volta tutta l’incapacità e il malaffare di cui siamo capaci.



 Leopoldo Muschetti

venerdì 6 settembre 2013

I nuovi partigiani pentastellati

Ai giovani: 
In  questi  giorni  il Movimento  cinque  stelle    sta  conducendo  una  dura   battaglia  in  difesa  della  costituzione.
Quella  costituzione  che  il  governo Letta  furbescamente    vorrebbe  cambiare "derogare" una tantum l'articolo 138. Il che è macroscopicamente illegittimo"
 la Costituzione andrebbe qui e là migliorata,  questo  è  sicuro, basti pensare a quelle forme di democrazia diretta che andrebbero sicuramente potenziate,  ma  non  nel modo  in  cui  si  cerca  di farlo,  solamente  Perché ce lo impongono le direttive della finanza mondiale.


 alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra; metterci dentro il vostro senso civico, la coscienza civica; rendersi conto (questa è una delle gioie della vita), rendersi conto che nessuno di noi nel mondo non è solo, che siamo in più, che siamo parte, parte di un tutto, un tutto nei limiti dell’Italia e del mondo.
 Ora io ho poco altro da dirvi, leggetevi  la  lettera   di  chi   ha  dato  la  vita  per  tutto  quello  che  noi  oggi  possiamo  godere, ed illegittimamente  cercano  di  toglierci.
Dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie.

 Mi  auguro, e vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perchè questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo alla vita politica…


Leopoldo  Muschetti


"Gianna,

figlia mia adorata, è la prima ed ultima lettera che ti scrivo e scrivo a te per prima, in queste ultime ore, perché so che seguito a vivere in te. Sarò fucilato all'alba per un ideale, per una fede che tu, mia figlia, un giorno capirai appieno.

Non piangere mai per la mia mancanza, come non ho mai pianto io: il tuo Babbo non morrà mai. Egli ti guarderà, ti proteggerà ugualmente: ti vorrà sempre tutto l'infinito bene che ti vuole ora e che ti ha sempre voluto fin da quando ti sentì vivere nelle viscere di tua Madre. So di non morire, anche perché la tua Mamma sarà per te anche il tuo Babbo: quel tuo Babbo al quale vuoi tanto bene, quel tuo Babbo che vuoi tutto tuo, solo per te e del quale sei tanto gelosa. Riversa su tua Madre tutto il bene che vuoi a lui: ella ti vorrà anche tutto il mio bene, ti curerà anche per me, ti coprirà dei miei baci e delle mie tenerezze.

Sapessi quante cose vorrei dirti ma mentre scrivo il mio pensiero corre, galoppa nel tempo futuro che per te sarà, deve essere felice. Ma non importa che io ti dica tutto ora, te lo dirò sempre, di volta in volta, colla bocca di tua Madre nel cui cuore entrerà la mia anima intera, quando lascierà il mio cuore.Tua Madre resti sempre per te al di sopra di tutto.

Vai sempre a fronte alta per la morte di tuo Padre".

3 aprile 1944

Paolo Braccini "Verdi"

venerdì 30 agosto 2013

Praetoriam registro

Per non andare lontano, e  perderci  in chiacchiere inutili, l'obbligo di pubblicare l'attività amministrativa di un Comune è disciplinata dalla legge.
Se un atto deve essere pubblicato per uno, quindici o trenta giorni e l'Albo Pretorio online non è accessibile, quell'atto può essere invalidato...
L''Albo Pretorio online del Comune di Volla sovente,  è "off line". L'abbiamo segnalato più volte  anche in passato, ma evidentemente il responsabile di quello che è uno strumento vitale per il buon andamento di un Comune non se ne è accorto.
Ma  ultimamente    si è  avuta un evoluzione, determine catalogate  sotto  altro  nome, non aventi  numeri  progressivi  diventano  sempre più frequenti , con questo ulteriore post, auspichiamo che qualcuno glielo ricordi o magari lo segnali al sindaco guadagno, vicesindaco mauriello o assessore in carica. Fossimo stati a Venezia, Brescia o Aosta, qualche Prefetto avrebbe alzato la cornetta del telefono e chiamato i responsabili. Evidentemente qui in questa nostra martoriata terra definita da qualche leghista più vicina alla "Patagonia", internet lo consultano ancora in pochi, soprattutto nelle Istituzioni,la trasparenza è un...mito!!!



Questo lo stralcio della legge che disciplina e obbliga i Comuni a tenere "vivo" l'Albo Pretorio online:
“A far data dal 1° gennaio 2010 (termine prorogato al 1° gennaio 2011 n.d.r.) gli obblighi di pubblicazione di atti e provvedimenti amministrativi aventi effetto di pubblicità legale si intendono assolti con la pubblicazione nei propri siti informatici da parte delle amministrazioni e degli enti pubblici obbligati.” Il legislatore aggiunge, comma 2, che “Dalla stessa data del 1º gennaio 2010 (termine prorogato al 1° gennaio 2011 n.d.r.), al fine di promuovere il progressivo superamento della pubblicazione in forma cartacea, le amministrazioni e gli enti pubblici tenuti a pubblicare sulla stampa quotidiana atti e provvedimenti concernenti procedure ad evidenza pubblica o i propri bilanci, oltre all’adempimento di tale obbligo con le stesse modalità previste dalla legislazione vigente alla data di entrata in vigore della presente legge, ivi compreso il richiamo all’indirizzo elettronico, provvedono altresì alla pubblicazione nei siti informatici, secondo modalità stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti per le materie di propria competenza”.

  • 1 giorno: irreperibilità temporanea
  • 8 giorni:
    • cimiteri, autorizzazione di ampliamento, (art. 338 r.d. 1934 n. 1265);
    • matrimonio, pubblicazioni (art. 55 del D.P.R. n. 396/2000);
    • documenti degli enti finanziari, notifica di atto finanziario a persona irreperibile (art. 60, primo comma, lettera e) del D.P.R. n. 600/1973);
  • 10 giorni:
    • giudici popolari, elenchi e albi, (artt. 17 e 19 L. 10/04/1951 n. 287);
    • avviso di matrimonio celebrato davanti a un ministro del culto cattolico, ma non preceduto dalle pubblicazioni o dalla dispensa (art. 13 legge 27/05/1929 n. 847);
  • 15 giorni:
    • le determinazioni dirigenziali e le disposizioni;
    • le deliberazioni del comune e della provincia;
    • catasto, elenco contribuenti (art. 7 r.d. 12/10/1933 n. 1539) comunali e provinciali;
    • ** espropriazioni p.u., domanda per dichiarazione pubblica utilità (art. 4 L. 25/06/1865 n. 2359); espropriazioni p.u., piano di esecuzione (art. 17 e 24 L. 25/06/1865 n. 287);
    • strade vicinali, consorzio (art. 2 d.l. Lgt. 01/09/1918 n. 1446);
    • L’indagine di mercato per l'affidamento dei servizi di importo inferiore a 100.000 euro è svolta previo avviso pubblicato sui siti informatici, per un periodo non inferiore a quindici giorni (art. 267 del Regolamento di esecuzione e attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, approvato con DPR 5 ottobre 2010, n. 207.)
  • 20 giorni: imposte tasse, avviso ai contribuenti (art. 274 t.u.f.l.)
  • 30 giorni:
    • statuti provinciali e comunali (art. 6 del D. Lgs. n. 267/2000);
    • catasto, decisione su reclami (art. 158 r.d. del 12/10/1933 n. 1539);
    • istruzione, elenco inadempienti all'obbligo dell’istruzione (art. 182 r.d. 05/02/1928 n. 577);
    • cambiamento del cognome o del nome (artt. 86 e 90 del D.P.R. 3/11/2000, n. 396);
    • usi civili, decreto accertamento (art. 42 r.d. 26/02/1928 n. 332); usi civili, elenco ripartizioni, art. 53 r.d. 26/02/1928 n. 332;
  • 45 giorni: atti urbanistici, varianti al piano regolatore, piani di recupero, osservazioni, etc.
  • 60 giorni:
    • nazioni, avvisi ai suscettibili “ex lege” (art. 3 r.d. 20/07/1896 n. 361);
    • lasciti, donazioni ai comuni: avvisi ai successibili ex legge
  • due domeniche successive e per tre giorni ogni volta: cose ritrovate, avviso di ritrovamento (art. 928 c.c.)



L.M.

mercoledì 28 agosto 2013

ADDIO IMU,BENVENUTA SERVICE TAX.


Addio Imu, benvenuta Service Tax, ma torna l'Irpef sulle case sfitte, e quindi? 

Ecco come funziona.
La Service Tax non tiene conto del reddito delle persone che devono pagarla, ma utilizza come base imponibile solo il valore dell'immobile, rischiando di essere una imposta regressiva.


La nuova imposta che andrà a sostituire l’Imu e ingloberà la tassa sui rifiuti sarà riscossa dai Comuni e costituita da due componenti:

-gestione dei rifiuti urbani
-copertura dei servizi indivisibili

La prima componente (Tari) sarà dovuta da chi occupa, a qualunque titolo, locali o aree suscettibili di produrre rifiuti urbani. Le aliquote, commisurate alla superficie, saranno parametrate dal Comune con ampia flessibilità ma comunque nel rispetto del principio comunitario “chi inquina paga” e in misura tale da garantire la copertura integrale del servizio.

La seconda componente (Tasi) sarà a carico di chi occupa fabbricati. Il Comune potrà scegliere come base imponibile o la superficie o la rendita catastale.

Sarà a carico sia del proprietario (in quanto i beni e servizi pubblici locali concorrono a determinare il valore commerciale dell’immobile) che dell’occupante (in quanto fruisce dei beni e servizi locali). Il Comune avrà adeguati margini di manovra, nell'ambito dei limiti fissati dalla legge statale.

La capacità fiscale (cioè il gettito potenziale che i Comuni potrebbero ottenere dal pieno utilizzo delle facoltà di manovra fiscale sui loro tributi) sarà preservata, nel pieno rispetto del principio federalista dell’autonomia finanziaria di tutti i livelli di governo. L’autonomia nella fissazione delle aliquote sarà limitata verso l’alto per evitare di accrescere la capacità fiscale e quindi il carico sui contribuenti, applicando aliquote massime complessive.
Sergio V.

domenica 25 agosto 2013

Gli italiani risparmiano sulle vacanze.

Nell’estate 2012, gli Italiani che programmavano una vacanza erano il 54% del totale: più della metà. Un anno dopo, le rilevazioni dell’Osservatorio Mensile Findomestic evidenziano che questo dato è calato di ben 8 punti, stabilizzandosi al 46%. Il 44% degli Italiani, di contro, afferma che non si sposterà dal proprio luogo di residenza nel corso delle proprie ferie, adducendo, nel 62% dei casi, che la congiuntura economica è la motivazione alla base di questa scelta. 

Gli Italiani, in altre parole, risparmieranno sulle ferie. Un proposito che si coglie anche guardando all’uso, sempre più massiccio, che si fa di internet: il 63% degli italiani ha oramai acquistato una vacanza via web.  Il 72% degli intervistati vacanzieri sceglie la vacanza al mare, mentre montagna e città d’arte raccolgono rispettivamente il 15% e il 14% delle preferenze. La macchina di proprietà (65%) e l’aereo (26%) sono i mezzi di trasporto più utilizzati per finalità turistiche.

Sul fronte della fiducia dei consumatori nei confronti della situazione generale del Paese, il dato resta anche a luglio ai minimi storici: 3,19 punti (contro i 3,2 del mese precedente), su una soglia che va da 1 a 10 e che ha in 7 la sua soglia positiva. Resta stabile anche la propensione al risparmio: il 12,6% di Italiani intende, da qui ad un anno, incrementare le risorse che mette da parte. A giugno, ad avere questo proposito, era il 13%. 

venerdì 2 agosto 2013

Un popolo che dimentica la sua storia non ha futuro!

Stufi di monnezza cancerogena, torture inutili al verde,  consumo scellerato dello spazio essenziale, scriviamo  questo  post  ritenendolo  una necessità  civile e  senza nessuna ambizione.


La Costituzione Italiana:
PRINCIPI FONDAMENTALI
Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura
e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico
della Nazione.

 I  visitatori  della nostra pagina facebook https://www.facebook.com/pages/Movimento-Cinque-Stelle-Volla/453702871313703foto  sicuramente  conosceranno l'immagine  di  copertina.
Quella  foto non è stata messa li a caso, ma scelta con cura,  e stata scelta  da  tutti noi, come simbolo ed emblema affinchè  tutti abbiano modo  di vedere e capire  di cosa è stata capace la politica in sessant' anni  di storia Vollese.


“REALI RESCRIPTO CAUTUM EST NE SACELLUM ASULO PATEAT A AE R. KR. CDDCCLXXIV”
Aedicolam et Aram Divo Josepho Domus Familieque Jux tutelari a fundamentis erexit Joseph Pollio 1771.


Probabilmente  i   resti  cadenti  di quello  che  fù la masseria Rossi  furono  costruiti ,ed appartenuti a Giuseppe Pollio  cioè lo stesso  che  costrui  la chiesa di San Pasquale a Chiaia
Una storia racconta in cui i monaci del Monastero di Monteoliveto Grande, cioè l’attuale Masseria De Carolis, attraverso un canale sotterraneo, s’incontravano di nascosto con le monache/suore del vicino Convento di ……, cioè l’attuale Masseria Pollio. Questi “incontri”, secondo la tradizione portavano alla nascita di bambini che venivano soppressi e murati nelle nicchie delle cantine del convento e/o del monastero. Questa storia sembra comunque avere dei fondamenti, in quanto il Monastero di Monteoliveto Grande effettivamente è esistito, ma ancora più interessante è che molti testimoni (famiglie dei coloni che abitavano nella Masseria Pollio) affermano di aver visto le nicchie nella cantina e addirittura percorso il canale sotterraneo che sfociava nella Masseria De Carolis (Monteoliveto)

Architetture rurali che  avrebbero  potute  fare  da volano  di  vero sviluppo per questo territorio, non solo dal punto di vista turistico e culturale, abitativo, ma anche d’immagine. Invece  i  pochi  accaparatori  di terra  scelsero,  hanno  scelto, e sceglieranno   il    cemento  come  unico  mezzo  di  finto  sviluppo , il calcestruzzo  come  specchio ustorio per  accecare  i    poveri  cittadini creduloni   che avrebbero potuto  trovare immenso  beneficio,  tutti  sarebbero  diventati  ricchi, gia  si  intravedevano   magnifiche  ed immense  guglie  dorate.

  Non c’è bisogno di essere acculturati, altamente scolarizzati, o  ambientalisti, basta essere intelligenti per capire che la riduzione dei nostri confini vitali, la concessione eccessiva all’avidità di imprenditori spesso abusivi  fin ora avvenuta, lasceranno  ai nostri e vostri   figli, nipoti  e pronipoti  solo  una   periferia desolata, abbruttita , e senza storia.

 Ritornando al argomento,il sito  di  masseria Rossi,o Russo, O Pollio, figura al secondo posto nella classifica stilata dal Fai
 al  primo posto Villa Arconati,  situata a Bollate ( vedi  foto)
Fu  persino  stilato un  progetto pilota per il restauro della Masseria Rossi di Volla  per  recupero del patrimonio abitativo rurale previsto dalla normativa del 24 dicembre 2003 numero 378 "disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell'architettura rurale"  ma  di  come  sia  finito  se, e come  si  sia arenato,  questo è un altro grande mistero  di Volla
Questa terra ha cambiato i connotati,ha venduto cuore e anima al primo offerente, ha rinnegato la sua antica vocazione, ed è ora irriconoscibile!
La memoria Vollese, un paese che non potrà mai avere una storia, perchè sempre cancellata da mostri invincibili intorno alla sua storia e storie, scrigno di cultura e saggezza,  ci sono rovine e macerie,tutto annientato dal peggio che è ormai troppo.







Villa Arconati   Bollate (Mi)










Masseria Rossi Volla (Na)


Tra qualche mese un assessore, un  consigliere  qualsiasi,  dopo aver letto questo post  si  svegliera e   combatterà una fiera battaglia in difesa della masseria, dimenticando  di aver chiuso  gli occhi  mentre un altro scellerato abbatteva  una parte  della masseria De Carolis.ma comunque  ci auguriamo  che  si svegli,  ben  venga, speriamo succeda presto, siamo stufi  di  vedere politici, e  pseudo tali, occupati solo a procurarsi una faccia da mostrare 

 
Un popolo che dimentica la sua storia non ha futuro!

Leopoldo Muschetti

domenica 7 luglio 2013

Consigli& conigli nel castello di Dracula

Iniziamo    con  lo spiegare  quello che noi definiamo coniglio mediatico.

Definizione – Dicesi coniglio mediatico lo stratagemma messo in atto dai politici territoriali per apparire sui giornali. Tutto sta a trovare un pretesto, poi intorno al pretesto si costruisce la notizia, quindi si estrae la notizia, come dal cappello a cilindro di un prestigiatore  una notizia che spesso è una notizia non notizia , la si invia a un giornale, possibilmente locale, dove le probabilità di pubblicazione sono maggiori. Il gioco è fatto se uno dovesse pagare una pagina pubblicitaria per dire “Signori, guardate che ci sono”, verrebbe a spendere chissà che cosa. Invece con il coniglio mediatico l’effetto è lo stesso, anzi migliore, ma non si paga niente.

Detto questo, sarebbe molto  bello capire  cosa stanno combinando alla casa comunale, in quella casa  che  dovrebbe essere di  vetro, trasparente  e limpido accadono   strane  cose, numeri  senza  senso, sbagli  coperti da altri sbagli, cartelle esattoriali non dovute, nessuno  che  sappia niente  di niente.
 Pensate che chi  sbaglia, avrà  domani  anche   un  premio per la produttività, che poi siano  stati prodotti danni , questo poco importa .
 Premiarli  per cosa quindi ?Chiediamo al amministrazione Guadagno di annullare i prossimi  futuri  premi di produzione da assegnare ai ruoli dirigenziali o ridotti in maniera drastica.

 Sapendo bene che ci si nasconde dietro a finti e burocratici divieti, la cosa è fattibilissima. Non riconoscendo i premi per le prossime annualita Volla potrebbe fungere da esempio, se solo ci fosse l'intenzione. Se e' amministrativamente ed economicamente conveniente, forse lo e' meno politicamente, dato che nella nostra regione i dirigenti sono strettamente connessi ai partiti che ve li hanno sistemati.

Sarebbe davvero  cosa gradita ( qui il motivo della fantasiosa  introduzione) che  i consiglieri comunali si occupassero   di  portare in aula  cose tipo  questa,  invece di presentare ogni  volta quelle   vergognose commedie   progettate solo  per il proprio tornaconto politico.
Il lettore,  che non avvezzo a frequentare certi ambienti  deve sapere che durante i consigli Comunali alcuni consiglieri, consiglieri eticamente indifferenti e con tanto di coda di paglia  spesso monopolizzano la conversazione, obbligando tutti i presenti ad assistere ad estenuanti monologhi, pesanti ripetizioni di concetti solo per la finalità (la loro) di ritornare protagonisti; un vano tentativo di rivivere i momenti durante i quali ricoprivano incarichi  amministrativi (basta veramente
poco per farli felici!).
THE SHOW MUST GO ON (il loro show purtroppo deve continuare)ma lo facciano  in maniera quanto meno  costruttiva, ci facciano capire  quello  che succede  nel castello di Dracula.



Evidentemente abbiamo un altro concetto di trasparenza, merito e ricompensa, ma probabilmente  siamo  fuorviati dal assenza di notizie  che dovrebbero  essere per legge  pubblicate


Il predicatore




I

venerdì 28 giugno 2013

Sarebbe bello avere delle vere cooperative sociali



Molte cooperative sociali e di lavoro del  hiterland napoletano sono in realtà scatole vuote, che o non esistono proprio, o nascondono forme imprenditoriali occulte che sfruttano manodopera e utilizzano lavoro nero e irregolare.
si avvalgono del termine cooperativa per nascondere altri interessi ed altre finalità, la prova? I prezzi che offrono, regolamenti fotocopia approvati da numeri risibili di soci, regolamenti non depositati per non essere controllati, contratti da applicare ai soci non richiamati, formulazioni confuse per gettare fumo negli occhi» oltre a rappresentare semplicemente il lato oscuro della partitocrazia locale, riserve di simil posti lavoro, serbatoi di voti elettorali.

Sarebbe  bello attivare uno strumento operativo che possa promuovere azioni di contrasto nei confronti di finte cooperative che giocano al ribasso con i salari di soci inconsapevoli. Allo stesso tempo  uno strumento che promuova la  corretta informazione sulle imprese per evidenziare il formidabile apporto della sana cooperazione di lavoro nel sistema economico e produttivo
 Sarebbe  bello immettere una clausole in tutti i regolamenti comunali che  ne impedisca la partecipazione a gare d’appalto.
  Sarebbe  bello che qualcuno intraprendesse delle  azioni di ispezione e contrasto  anche sui commitenti ( enti pubblici ) perchè riteniamo che  il committente che si avvale di tale manodopera è a rischio. Egli è infatti, concretamente responsabile insieme alla cooperativa stessa, se non vengono pagati i contributi al lavoratore.

 Purtroppo, e dico  purtroppo, anche volendo intraprendere  una battaglia, non vedo  attori  in grado  di recitare grandi  parti, ma solo attorucoli capaci   di illuminare la scena per pochi istanti,vomitando proclami, rabbia, chiacchiere e poco altro.


giovedì 27 giugno 2013

 Da ormai qualche giorno non aggiorniamo il blog, ma il fatto è che – cazzi fatti nostri a parte – non riteniamo ci siano particolari novità da commentare.


   E sotto gli occhi di tutti che il PD, virtualmente primo partito di sinistra, se ne sbatte i coglioni di  quello che  è successo nelle aule   dei  tribunali, se ne sbatte  se governa  insieme ad un puttaniere, corruttore, imbroglione, bugiardo, vigliacco e disonesto che non disdegna di.................minorenni e usare il potere che la Costituzione conferisce al Capo del Governo per farsi esclusivamente i cazzi propri

 Come dicevamo: nessuna novità.

venerdì 21 giugno 2013

Ich weiß nicht Steuern zahlen

Ma davvero vale tanto poco la nostra cittadinanza? incominciamo  con questa  domanda,Che brutto  momento, (sperando che sia un momento) che viviamo: basta saper correre veloce o tirare due calci al pallone e si diventa ministri . E basta passare le proprie ore su una pista di atletica, vincere qualche gara ed ecco che si può diventare cittadini italiani.
Sarebbe  bello che  la ministra Idem ci  spiegasse quali sono i “meriti sportivi” grazie ai quali si può acquisire la cittadinanza italiana.

 Ma la germanica  ministra, intrisa di moralismo e senso di superiorità,  appena resasi conto di essere anche Italiana  si sente finalmente libera, e  scopre che questi luridi mafiosi che sono gli Italiani, sempre vilipesi e offesi senza ritegno  a volte fanno cose che sembrano davvero interessanti. Cose che vale la pena imitare.
Tipo non pagare le tasse. E negarselo.



P.S. se non   esisteva google traduttore co cazzo  che  scrivevo sta  cosa

 die Mücke  mehrsprachigen
   La zanzara Poliglotta

lunedì 3 giugno 2013

Cagliari: Ikea mangia Auchan Marconi?

A Cagliari Ikea si mangia Auchan? Probabile, almeno secondo la stampa locale, la quale sostiene che la voce che girava in Sardegna da tempo ha assunto ora una maggiore consistenza, anche se le due multinazionali non parlano con nessuno. Auchan Marconi, di via Dolianova, è in realtà un vero commerciale su tre piani, che ospita più di una quarantina di insegne fra le quali parecchie medie superfici, come Bricocenter, Trony, Cisalfa, Bernardi. Il tutto per una superficie gla di oltre 18.000 mq, di cui 7.100 destinati all’iper.

Cosa c’entrano gli svedesi? Essi dovrebbero sbarcare nel capoluogo sardo nel 2015, rilevando appunto l’intero complesso. Ma la metratura, per quanto ampia, sembra non bastare a un colosso abituato a superfici maggiori (basti pensare alla struttura di Roma Pescaccio, in apertura nel 2014, che sarà, con i suoi 36.000 mq e 100 milioni di investimenti, la più grande nel nostro Paese). Gli svedesi sarebbero interessati anche a una palazzina adiacente, che ospita su 3 livelli, per complessivi 3.000 mq, un negozio di Eva Arredamenti, catena locale attiva con 3 strutture, tutte nel cagliaritano. Facendo due conti si arriva insomma a un totale di 21.000 mq, ossia la misura giusta per gli uomini di Lars Petersson.

In zona ci sono parecchi sostenitori del progetto, ma anche molti abitanti davvero preoccupati. Primi fra tutti i lavoratori dell’iper, anche se a quanto pare il re del mobile in kit dovrebbe riassorbirli, almeno in larghissima parte. I negozianti della galleria, dal canto loro, temono di dovere abbassare la saracinesca prima della scadenza naturale dei contratti di affitto. Poi sono attivi in zona parecchi artigiani del legno, che si ritroverebbero di fatto privati della propria attività. 

La vicenda, comunque, è per ora in alto mare. Ogni decisione sembra rimandata all’autunno o addirittura alla fine dell’anno, termine entro il quale dovrebbe essere definito il rompicapo delle boutique operanti nel mall.

domenica 2 giugno 2013

IL NOSTRO AUGURIO DI BUONA FESTA DELLA REPUBBLICA


ciascun governo istituisce leggi (nomoi) per il proprio utile; la democrazia fa leggi democratiche, la tirannide tiranniche e allo stesso modo gli altri governi. E una volta che hanno fatto le leggi, eccoli proclamare che il giusto per i governati si identifica con ciò che è invece il loro proprio utile, e chi se ne allontana lo puniscono come trasgressore sia della legge sia della giustizia. In ciò consiste, mio ottimo amico, quello che dico giusto, identico in tutte quante le poleis, l'utile del potere costituito. Ma, se non erro, questo potere detiene la forza. Così ne viene, per chi sappia ben ragionare, che in ogni caso il giusto è sempre identico all'utile del più forte.
                                                                                                  Platone
 Come non riconoscere nelle parole di Platone, di circa 2400 anni fa, un resoconto dei fatti dei nostri giorni.
 Oggi, come  allora  ci sono troppi venditori, troppi dispensatori senza scrupoli, e, dai tempi di Platone ai giorni nostri,… non vi è niente di nuovo sotto il sole!

venerdì 31 maggio 2013

Chi controlla i principali quotidiani italiani?

Tre gradi di separazione , Finanza, Industria e Stampa - proprietà e Consigli di amministrazione.

Chi possiede o controlla, seduto nei Consigli di amministrazione, i principali quotidiani italiani? Inchiesta sulla longa manus della banche e dell’industria nella carta stampata
La teoria dei ‘sei gradi di separazione’ è un’ipotesi secondo cui qualunque persona può essere collegata a qualunque altro abitante del globo terrestre attraverso una catena di conoscenze con non più di cinque intermediari.
Proposta per la prima volta nel 1929 dallo scrittore ungherese Karinthy in un racconto breve intitolato Catene, venne confermata nel 1967 dal sociologo americano Stanley Milgram e più tardi, nel 2001, da Duncan Watts della Columbia University. La ricerca di Watts, pubblicata su Sciencenel 2003, permise l’applicazione della teoria dei sei gradi di separazione anche in aree differenti, tra cui l’analisi delle reti informatiche ed elettriche, la trasmissione delle malattie, la teoria dei grafi, le telecomunicazioni e la progettazione della componentistica dei computer.
La nostra inchiesta vuole dimostrare che la legge di Watts non si applica alle relazioni fra le principali testate giornalistiche italiane e il capitalismo industriale-finanziario, o più precisamente che, analizzando i legami esistenti, andrebbe corretta al ribasso, in non più di tre gradi di separazione. Con quali effetti sulla libertà di informazione?
La cosiddetta linea editoriale è ciò che distingue in sostanza una testata giornalistica da un’altra. Rappresenta, diremmo in linguaggio aziendale, una sorta di missione strategica, l’ipotesi di fondo a partire dalla quale si scelgono e si analizzano le notizie. 

Dall’esistenza di linee editoriali diverse – il cosiddetto pluralismo informativo – dipende la qualità dell’informazione, perché il pluralismo garantisce al cittadino/lettore la possibilità di conoscere notizie differenti lette da punti di vista differenti. Non solo. Dal pluralismo informativo dipende anche la possibilità che uno Stato possa dirsi democratico, dal momento che un elettore adeguatamente informato è messo in condizione di esercitare un voto consapevole. Il caso opposto, quello cioè di una rappresentazione univoca della realtà socio-politico-economica di un Paese (pensiamo alla Pravda di staliniana memoria), impedisce la corretta formazione del consenso, e quindi il libero esplicarsi dei meccanismi democratici.

Ciò detto, dove si forma la linea editoriale di una testata?
Come suggerisce il termine, è espressione della visione dell’editore, e si forma nel luogo in cui questi (che è il proprietario del giornale) prende le sue decisioni strategiche. Nelle moderne società capitalistiche questo luogo è il Consiglio di amministrazione. Diamo quindi un’occhiata a chi siede nei Cda dei principali giornali italiani e valutiamo di quali tipi di interessi siano portatori, dal momento che sulla base degli interessi del Consiglio si forma la linea editoriale.


Partiamo dal più importante quotidiano a diffusione nazionale, il Corriere della Sera. Il suo editore è il gruppo RCS (Rizzoli Corriere della Sera), quotato in borsa. Il Corsera ha fama di essere il giornale super partes per definizione, quello che meglio rappresenta il tipo di linea editoriale tipico dell’informazione anglosassone (come si dice di solito, ‘all’americana’), per definizione indipendente da interessi particolari.
Ma, analizzando il suo Cda, più che super partes dovremmo definirlo inter partes: in esso siedono infatti John Elkann, presidente di Fiat e di Exor (la holding finanziaria della famiglia Agnelli); Franzo Grande Stevens, avvocato storico di casa Agnelli, ex vicepresidente Fiat e attualmente presidente della Fondazione San Paolo; Carlo Pesenti, consigliere di Italcementi, Unicredit, Italmobiliare e Mediobanca; Berardino Libonati, consigliere di Telecom Italia e Pirelli; Jonella Ligresti, consigliere di Fondiaria, Italmobiliare e Mediobanca; Diego Della Valle, consigliere di Tod’s, Marcolin e Generali Assicurazioni; Renato Pagliaro, consigliere di Telecom Italia, Pirelli e Mediobanca; Giuseppe Lucchini delle omonime acciaierie; Paolo Merloni, CEO (Chief Executive Officer, ossia amministratore delegato) di Merloni Finanziaria, gruppo Indesit Company; Enrico Salza, consigliere di Intesa San Paolo; Raffaele Agrusti, consigliere di Assicurazioni Generali; Roberto Bertazzoni, consigliere di Mediobanca; e Claudio De Conto, di Pirelli Real Estate.

Fra Corsera e Fiat, Pirelli, Telecom Italia, Mediobanca, Intesa, e tutte le altre aziende citate, ci sono zero gradi di separazione, cioè sono direttamente collegate fra loro. Grande finanza, banche, assicurazioni, automotive, telecomunicazioni, cementifici, acciaierie, pneumatici, immobili, moda, elettrodomestici: non c’è praticamente nessun settore del made in Italy che non possa dire la sua sui contenuti e sulla posizione del giornale. Viene da dire che in Italia essere indipendenti coincide col dipendere da tutti, nessuno escluso: la linea editoriale del Corrierone nazionale risentirà quindi delle esigenze e degli accordi reciproci fra le aziende che siedono in Consiglio: nessuna visione strategica a prescindere, e una pletora di manovre tattiche in risposta alle necessità del momento.

Meno compromessa, ma solo all’apparenza, La Repubblica, che fa parte del Gruppo l’Espresso di Carlo De Benedetti. Nel Cda de L’Espresso troviamo Sergio Erede, amministratore di Luxottica; Luca Paravicini Crespi, consigliere della Piaggio dei Colaninno (dove siede accanto a Vito Varvaro, il quale a sua volta è anche nel Cda della Tod’s di Diego Della Valle) e figlio di Giulia Maria Crespi, ex direttore editoriale del Corriere ed ex presidente del Fai; e Mario Greco, consigliere di Indesit Company (dove siede anche Emma Marcegaglia) e della Saras di Massimo Moratti (già rappresentato nel Cda del Corriere attraverso i consiglieri del gruppo Pirelli).
Massimo Moratti rappresenta inoltre il trait d’union fra il Gruppo L’Espresso e la famiglia Berlusconi, poiché siede, oltre che nel Cda della Saras, anche in quello della Pirelli, accanto a Carlo Secchi, ex rettore della Bocconi e amministratore Mediaset.

La famiglia Berlusconi controlla direttamente Il Giornale, edito dal gruppo Mondadori, mentre la famiglia Agnelli è proprietaria del quotidiano La Stampa di Torino.
Il Messaggero di Roma, il Mattino di Napoli, il Gazzettino di Venezia e il Nuovo Quotidiano di Puglia sono editi dalla Caltagirone Editore, di proprietà della famiglia Caltagirone (grandi opere, cementifici, immobili): fra gli altri, siedono nel Cda di Caltagirone Editore, Azzurra Caltagirone, moglie di Pier Ferdinando Casini, e Francesco Gaetano Caltagirone, consigliere di Monte dei Paschi e di Generali Assicurazioni.

Il Resto del Carlino di Bologna, la Nazione di Firenze e Il Giorno di Milano sono invece posseduti dalla Poligrafici Editoriale, collegata con due gradi di separazione a Telecom Italia, Generali Assicurazioni e Gemina (attraverso Massimo Paniccia e Aldo Minucci); e con tre gradi di separazione (attraverso Roberto Tunioli, Sergio Marchese e Giuseppe Lazzaroni), alla Premafin della famiglia Ligresti.
Infine una notazione quasi umoristica. Libero, l’aggressiva testata di destra e Il Riformista, quotidiano timidamente di sinistra, hanno lo stesso editore (e quindi zero gradi di separazione!): Giampaolo Angelucci, proprietario di un impero fatto di cliniche e strutture sanitarie (fra cui l’ospedale S. Raffaele di Roma), e messo agli arresti domiciliari il 9 febbraio dello scorso anno per falso e truffa ai danni delle Asl.

La situazione non migliora, anzi se possibile peggiora, quando si analizzano i quotidiani finanziari. Il Sole 24 Ore, come è noto, è appannaggio dell’universo Confindustria, quindi diretta espressione dei desiderata dei principali gruppi industriali del Paese. Nel suo Cda siedono, fra gli altri, Giancarlo Cerutti, consigliere di amministrazione di Saras; Luigi Abete, presidente di Bnl (gruppo Paribas), fratello di Giancarlo Abete (presidente della Figc) e consigliere anche della Tod’s di Diego Della Valle; e Antonio Favrin, collega di Cda, in Safilo Group, di Ennio Doris, che siede in Mediolanum della famiglia Berlusconi e in Mediobanca.
A proposito dei legami fra industria, editoria e sport, è interessante notare come quattro delle principali squadre di calcio italiane appartengono a gruppi industriali che possiedono, o amministrano più o meno direttamente, almeno un quotidiano generalista: la Juventus degli Agnelli (che influenzano la Stampa e il Corriere), il Milan di Berlusconi (Il Giornale), la Fiorentina dei fratelli Della Valle (il Corriere), e infine l’Inter di Massimo Moratti (il Corriere e La Repubblica).

Milano Finanza e Italia Oggi, quotidiani economici molto conosciuti fra gli addetti ai lavori, sono invece editi dalla Class dei fratelli Panerai, e nel Cda del gruppo “leader nell’informazione finanziaria, nel lifestyle e nei luxury good products” (come si autodefinisce), siedono Maurizio Carfagna, consigliere di Mediolanum, e Victor Uckmar, il più celebre fiscalista italiano, i cui servigi sono stati richiesti in passato da ogni possibile gruppo industriale, e che oggi è amministratore della Tiscali di Renato Soru.
Non sorprende quindi che gli analisti finanziari italiani lamentino l’impossibilità di rintracciare informazioni equilibrate sulla base delle quali valutare i bilanci delle società, o che scandali come quello della Cirio o della Parmalat siano stati tenuti nascosti finché non è stato ‘troppo tardi’ perché i piccoli investitori (ma non le grandi banche!) potessero rendersi conto della reale situazione.
E qui è necessario notare un dettaglio sconcertante. Tiscali è l’editore de L’Unità – il quotidiano del principale partito ‘di sinistra’ del Paese, il Pd – che risulta pertanto a un solo grado di separazione da Milano Finanza e Capital (attraverso Uckmar); e a due gradi di separazione (lo stesso Uckmar e Carfagna), dalla Mediolanum di Berlusconi.

Esiste poi un Consiglio di amministrazione dove tutti i gruppi industriali e bancari citati, a eccezione della famiglia De Benedetti, si incontrano, ed è quello di Mediobanca, ai tempi di Enrico Cuccia – suo fondatore – il ‘salotto buono’ della grande finanza, quella che dirigeva i destini dell’economia italiana sulla base di un preciso progetto strategico (più o meno condivisibile, per carità, ma almeno un progetto c’era), e ora trasformato in enclave di ogni possibile mediazione.
Nessuno stupore che l’economia italiana navighi, per la verità a ritmi piuttosto bassi, alla deriva, priva com’è di un timoniere (una volta questo era il ruolo dei politici), in grado di darle una rotta qualsiasi.
E ora tiriamo le somme: se sei sono i gradi di separazione fra due entità qualsiasi prese a caso, è evidente che tre, due, uno, o nessun grado di separazione non rappresentano un legame casuale.

Esiste quindi la precisa volontà da parte di industria e finanza di controllare le notizie. Prova ne sia l’ostinazione con cui tanti imprenditori e manager italiani (un esempio per tutti – senza scomodare Silvio Berlusconi – è Diego Della Valle, che si è sottoposto ad anni di paziente anticamera pur di essere ammesso al Cda del Corsera), cercano di forzare la porta dei circuiti informativi.
Ovviamente non è prudente che il legame sia sempre diretto, perché una situazione di controllo trasparente potrebbe far nascere qualche lecito dubbio nella mente dei cittadini lettori/elettori sull’attendibilità di quel che apprendono nella lettura dei quotidiani o addirittura potrebbe obbligare i direttori e le redazioni dei grandi giornali a fare i conti con il loro ruolo di utili idioti (ovviamente in buona fede, non ne abbiano a male per la definizione).
Divengono quindi necessari degli ‘intermediari’ che intorbidino le acque nascondendo gli interessi reali, e che nello stesso tempo costituiscano il trait d’union fra quelli che devono apparire come opposti estremismi.
Il profilo tipico di questa figura essenziale è quello del ‘tecnico’: avvocato, consulente, commercialista, revisore, sempre al corrente dei panni sporchi di famiglia (di più famiglie), al contempo confessore e uomo di fiducia, vincolato, più o meno direttamente, al segreto professionale.
Come Berardino Libonati (classe 1934), titolare dello studio legale Jaeger-Libonati e ordinario di diritto commerciale all’Università La Sapienza di Roma, che ha ricoperto la carica di presidente del Cda del Banco di Sicilia dal 1994 al 1997; dal 1998 al 1999 e stato presidente di Telecom Italia e di Tim; ha fatto parte del collegio sindacale di Eni dal 1992 al 1995; dal 2003 al 2007 è stato membro del Cda della Nomisma di Romano Prodi; dal 2001 al 2007 è stato consigliere di amministrazione di Mediobanca; è stato presidente del Cda di Alitalia dal febbraio al luglio 2007, e presidente del Cda di Banca di Roma dal 2002 al 2007. 

Attualmente, oltre a far parte dei Cda di Pirelli, Telecom e RCS, è vicepresidente del gruppo Unicredit. Nel suo curriculum vitae pubblicato sul sito di Pirelli, in una nota particolarmente umoristica, si legge che “è in possesso dei requisiti contemplati dal codice di autodisciplina delle società quotate per essere qualificato come indipendente”.
Un altro ‘super tecnico’ è Mario Greco (classe 1957), consigliere del gruppo l’Espresso, di Saras, di Indesit Company, di Fastweb e di Banca Fideuram, laureato con lode in economia all’Università di Roma. Partner fino al 1994 di McKinsey&Company, la più importante società mondiale di consulenza strategica, è stato amministratore delegato e CEO di Ras dal 1998 fino al 2005.
Poi c’è Carlo Secchi (classe 1944), professore ordinario di Politica economica europea all’Università Commerciale Luigi Bocconi (è stato il diciassettesimo rettore della stessa università dal 2000 al 2004), attualmente nel Consiglio di amministrazione di cinque aziende quotate in borsa: Pirelli, Italcementi, Mediaset, Allianz-Ras e Parmalat, nonché di Fondazione Teatro alla Scala, TEM Tangenziali Esterne di Milano, Milano Serravalle, La Centrale Sviluppo del Mediterraneo, Premuda, e futuro consigliere della società che dovrà organizzare l’Expo 2015 a Milano.
Uomini potenti perché – loro sì – informati, ma nello stesso tempo condannati a servire il sistema, indispensabili ma sostituibili, schiavi delle beghe piccole e grandi e dei capricci degli imprenditori di cui sono al soldo, con la loro indubbia statura professionale che basta a stento a ritoccare la facciata.
Quali sono gli effetti di questa tragica analisi sulla libertà di informazione?
7 aprile 2010. Poco prima delle 10.30 decolla dall’aerodromo militare di Payerne il primo aereo alimentato esclusivamente a energia solare. Si chiama Solar Impulse e ha sorvolato per due ore la Svizzera occidentale. L’aereo è stato progettato per volare giorno e notte senza produrre alcuna emissione. Sulle ali del Solar Impulse, costruito in fibra di carbonio, sono installate 12mila cellule fotovoltaiche. L’aereo è a elica ed è spinto da quattro motori elettrici, per la costruzione sono stati impiegati sei anni.

Si tratta di un aereo dalle vaste dimensioni, ha infatti l’apertura alare di un Airbus A340, ma il suo peso è equivalente a quello di un’auto di medie dimensioni.
In un periodo in cui il prezzo del petrolio è in brusca risalita e il tema della sostenibilità ambientale sempre più trattato, ci si immagina che questa notizia debba ricevere gli onori della cronaca e che venga salutata con entusiasmo. Invece no, in Italia nemmeno una parola, né in televisione né sui giornali, con l’eccezione di un articoletto sul Sole 24 Ore pubblicato sull’inserto online Nuove energie e di un pezzo su L’Osservatore Romano. Forse perché l’opinione pubblica rimanga convinta dell’insostituibilità dell’oro nero?

Quante altre notizie non vengono date? Non possiamo saperlo, ma siamo ragionevolmente certi che le notizie pubblicate sono quelle che non infastidiscono nessuno. Cronaca nera, pettegolezzi politici e non, pochissimo approfondimento e quasi nessuna inchiesta, notizie dall’estero estremamente limitate, e solo quando non se ne può fare a meno: guerre, tsunami, terremoti. Anche la lotta tutta nostrana fra chi è pro e chi contro Berlusconi, fra il partito dell’odio e quello dell’amore, o la querelle fra Stato confessionale e Stato laico, sono comode cortine di fumo per non parlare di altro: la crisi economica, la responsabilità delle banche nel suo perdurare, la grande impresa che non sa che fare.
Emma Marcegaglia chiede al governo, nel corso del convegno degli industriali del 10 aprile 2010, di impegnarsi entro due mesi per un investimento di almeno 1 miliardo di euro su ricerca e innovazione e di circa 1-1,5 miliardi sulle opere infrastrutturali. Ma con i soldi di chi? E tagliando quali costi? E cosa ci darebbe in cambio la grande industria? Emma non lo dice, nessuno glielo chiede. Intrallazzi fra pubblico e privato costantemente oscurati, miliardi che corrono ma nessuno lo sa, accordi sottobanco con la criminalità organizzata, servizi segreti a disposizione di interessi privati: verità solo annusate che è impossibile addentare, mentre leggiamo di pedofilia vaticana, di un federalismo misterioso, dell’ennesima esternazione di un premier che ormai ha superato i confini del bene e del male e della morte prematura di un Presidente polacco. È proprio il caso di dirlo: beata ignoranza! 

Giovanna Baer.