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venerdì 22 novembre 2013

23 novembre 1980

  In memoria dei 2914 morti, di cui 66 bambini

33 anni  sono passati da quella drammatica sera di domenica 23 novembre 1980, alle 19,36  persero la vita circa 3mila persone.

 33 anni  che fù,e rimane  uno spartiacque nella memoria dei campani, e di tutte le popolazioni colpite,come  dire, A.C. oppure D.C. noi  ricordiamo  P.T. è D.T.

Il lasso di tempo che divide il prima terremoto dal dopo terremoto, è ricordato solo per le  sofferenze ed il malaffare, appalti e , clientelismo  una ricostruzione mai terminata costata quasi 20 volte di più dell’importo previsto  (per colpa della politica)e bene ricordarlo

Una tragedia che andrebbe ricordata per l’incredibile numero di vittime, feriti e sfollati, ed invece viene irrimediabilmente ricordato per gli sprechi di fondi pubblici, malaffare, politica clientelare.

Migliaia di miliardi stanziati dallo Stato, che molto più velocemente dei soccorsi composero una catena di illegalità e di scandali, aste truccate, pagamenti per lavori mai effettuati, un intreccio tra malavita e politica,decine e decine di forme di conflitto d'interessi e accumulo di cariche pubbliche, sia a livello locale che su scala nazionale, è pensare che alcuni di quei politici a  distanza di trentatre anni siedono ancora beati nelle salate aule istituzionali.

In quelle stesse aule di farsa, ove ben 14 anni dopo venne istituita unaCommissione parlamentare presieduta da Oscar Luigi Scalfaro,«Mani sul terremoto» che  coinvolse 87 persone fra politici ed imprenditori e vennero individuati forti collegamenti fra politica e camorra, ma ovviamente tutto si concluse in un nulla di fatto.

(ieri come oggi)

Oggi è 23 novembre,  il giorno del ricordo per partecipare alla commemorazione, come accade puntualmente da 33 anni a questa parte, molti sindaci indosseranno la  fascia tricolore Senza il minimo pudore. 

Senza sentire minimamente la necessità morale di dover chiedere scusa ad una terra prima distrutta da una calamità naturale, poi violentata per decenni da questi stessi signori. Senza vergogna.

 

L.M.

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