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mercoledì 16 ottobre 2013
#leggetruffa L'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti è una legge truffa. I partiti continueranno a incassare i soldi pubblici. Il #m5s ha rinunciato a 42 MILIONI di euro.
(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1154-A)
EMANUELE COZZOLINO-Parlamentare del M5S
Diciamo no alle campagne elettorali faraoniche e alle spese per giornali e tv di partito con direttori pagati 7.000 euro al mese, un'offesa per i normali lavoratori.
La politica in cui crediamo, ma che abbiamo anche già realizzato, è quella a costo limitato e che si sovvenziona con l'aiuto dei militanti. È la politica di chi decide di dedicare parte del suo tempo privato e dell'attività professionale, al suo comune, alla sua regione o al Paese – non alle province – per poi tornare un minuto dopo la scadenza del suo mandato alla vita professionale e privata di prima. Cari colleghi, ma chi lo dice che questa non sarebbe democrazia ? Chi lo dice che fare politica in questo modo metterebbe a rischio l'articolo 49 della Costituzione ? Ecco perché, idealmente diciamo no a questo disegno di legge, perché noi crediamo ad un altro modo di fare politica e vogliamo provare, con i nostri limiti, a realizzarlo.
Venendo al merito del disegno di legge, il MoVimento 5 Stelle dice no perché non si tratta di una vera riforma, ma di una dilazione, di un tentativo molto abile di prendere tempo, visto che il temporeggiare è la caratteristica di questo Governo, in attesa di tempi migliori. Si tratta di un gioco di prestigio che il mago Letta ha inventato nel tentativo di calmare l'opinione pubblica e al tempo stesso di non fare davvero male ai partiti che lo sostengono e a tutti gli altri ovviamente.
In un film di qualche anno fa dal titolo «The Prestige» uno dei personaggi spiega le tre parti di cui si compone un gioco di magia. La prima è la cosiddetta «promessa» in cui l'illusionista mostra un oggetto e annuncia cosa sta per fare. Il secondo atto è definito «la svolta», ovvero il mantenimento dell'annuncio. Ed il tutto si chiude con l'ultimo atto che è il «prestigio» vero e proprio, ovvero la ricomparsa dell'oggetto. Sembra una descrizione perfetta del metodo seguito dal Governo Letta. Il Governo all'atto del suo insediamento ha annunciato di voler abolire il finanziamento pubblico. E questo costituisce la «promessa». Il disegno di legge costituisce «la svolta». Il Governo illude il pubblico di aver realizzato la promessa. Il problema sta nel fatto che, se le cose stanno come noi temiamo, prima o poi arriverà il «prestigio» vero e proprio, ovvero il tentativo di riaprire i rubinetti come e più di prima.
L'articolo 14 stabilisce che nell'esercizio in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, il finanziamento è riconosciuto integralmente. Inoltre prevede che nel primo, secondo e nel terzo esercizio successivi a quello in corso alla data di entrata in vigore della legge, il finanziamento è ridotto del 40, del 50 e del 60 per cento. Pardon, è stato approvato un emendamento che riduce il 25 per cento il primo anno, il 50 per cento il secondo e il 70 per cento il terzo. Ho citato testualmente questo passaggio per sottolineare che il testo non prevede date precise, ma il meccanismo di graduale riduzione della vecchia forma di finanziamento decorre dal momento dell'approvazione della proposta di legge. Cíò significa che se questa legge non dovesse essere approvata entro il 31 dicembre 2013 i partiti percepirebbero legittimamente 91 milioni di euro, ovvero la rata intera del finanziamento pubblico, anche per il 2014.
Sul vantaggio fiscale previsto per le erogazioni liberali si è compiuto un altro colpo di mano proprio per cercare di aumentare il più possibile le risorse a disposizione dei partiti in una contingenza che gli stessi partiti sperano sia il più breve possibile.
Gradualismo, ma sarebbe più appropriato parlare di deroga, anche per quanto riguarda il nuovo articolo 8 relativamente al tetto elevatissimo delle erogazioni liberali di 300.000 euro. Ebbene questo tetto alto come un grattacielo non scatta neppure da subito, ma dal 2017 !
Per quanto riguarda le erogazioni liberali delle persone fisiche si opera su un doppio binario.
Concludo. C’è una canzone molto famosa di diversi anni fa che dice « Berta filava. Filava con Mario e Filava con Gino. Poi nasce un bambino. Non è di Mario e non è di Gino». È la fotografia di questo disegno di legge che non è figlio di nessuno e che non è amato da nessuno dei partiti con cui il governo sta filando per farlo nascere. Questo significa che alla prima occasione utile sarà disconosciuto. Il nostro voto contrario vuole bocciare quella che non è una riforma, ma il piatto forte di Letta, l'ennesimo rinvio. La nostra riforma è agli atti, il tempo dirà chi ha avuto ragione e gli Italiani giudicheranno
(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1154-A)
EMANUELE COZZOLINO-Parlamentare del M5S
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