Iscrivimi agli avvisi delle liste civiche di questo comune

Inserisci la tua email per rimanere informato sulla lista certificata
nel comune di VOLLA o nella tua regione



Tenetemi aggiornato
Sono disponbile ad aiutare una lista già  esistente
Voglio partecipare alla creazione di una lista certificata

mercoledì 17 aprile 2013

Ecco quello che veramente il popolo italiano non deve sapere Parte 2à

I CASI NOTI.
Nell'estate del '64 in Italia avviene un primo tentativo di golpe guidato dal generale dei carabinieri, e già capo del Sifar, Giovanni De Lorenzo. È il cosiddetto "Piano Solo". Perché solo l'Arma dei carabinieri avrebbe dovuto rovesciare il governo con un piano che prevedeva l'arresto e la deportazione in una base segreta in Sardegna di 731 tra politici, intellettuali, giornalisti e sindacalisti «pericolosi per l'ordine pubblico». La documentazione sul Piano Solo è ancora oggi coperta dal segreto di Stato. Gli omissis riguardano anche la strage del treno Italicus del 4 agosto 1974 (12 vittime). Il governo vi ha apposto il segreto due volte, nel 1982 e nel 1985. Il primo a negare alla magistratura l'accesso all'identità di alcune fonti del Sismi fu l'allora presidente del Consiglio Giovanni Spadolini, segreto poi confermato anche da Bettino Craxi. Sono top secret anche i particolari del secondo tentato golpe che, sempre nel '74, chiamò in causa Edgardo Sogno, agente dei Servizi e membro della P2. È il controverso "Golpe bianco" e anche in questo caso due premier, Aldo Moro e Giulio Andreotti, opposero il segreto di Stato alle inchieste giudiziarie. Nell'autunno del '79 scoppia il caso Eni-Petromin con la maxi tangente pagata dall'Eni per aggiudicarsi un contratto petrolifero da una società saudita. Il governo avallò il pagamento e nella vicenda è di nuovo coinvolto il Sismi. Il primo ad apporre il segreto è Francesco Cossiga, poi confermato nel 1982 anche da Spadolini. A settembre del 1980 scompaiono in Libano due giornalisti italiani, Italo Toni e Graziella De Palo, nel caso è coinvolto un ufficiale del Sismi, Craxi avallerà il segreto di Stato quattro anni dopo. Nel 2009 il Copasir ha permesso ai familiari e ai legali dei due giornalisti di prendere visione di una parte di documenti non più classificata essendo trascorsi 30 anni. Nel 1985 il terrorista nero Augusto Cauchi fa perdere le sue tracce grazie alla copertura del Sid, Craxi appone il segreto lo stesso anno. Sempre nel 1985 Craxi apporrà il segreto su una fornitura di armi alle Brigate rosse da parte dell'Olp, vicenda in cui risulterà ancora coinvolto il Sismi. Nel 1988 Ciriaco De Mita appone il segreto fermando le indagini su "Argo 16″, l'aereo del Sid precipitato nel '73 a Porto Marghera. Nel '91 due dipendenti dell'Olivetti tentato di vendere a un agente del Kgb un documento della Nato su un sistema di protezione delle comunicazioni. Andreotti appone il segreto. Nel '97 il Sisde intercetta le telefonate di un cittadino spagnolo, considerato l'anello di congiunzione tra l'Eta e l'estrema sinistra italiana, Prodi apporrà il segreto. Nel 2001 il premier Berlusconi bolla come segreto un dossier trasmesso dall'intelligence americana su al-Qaida e gli attentati dell'11 settembre. Siamo al 2003 e al sequestro dell'Imam Abu Omar, è coinvolta la Cia e il Sismi e tre governi confermeranno il segreto di Stato.

L'ACCESSO NEGATO. Nel 2011 il giornalista del Sole 24 ore, Claudio Gatti, inoltra al governo 13 diverse richieste (dalla strage di Ustica al ruolo di Ordine Nuovo) in cui chiede, in base alla nuova normativa, «di avere accesso alle informazioni, ai documenti, agli atti, alle attività, alle cose e ai luoghi» non più coperti dal segreto di Stato. Gatti nelle sue istanze non fa altro che appellarsi alla legge 124 del 2007: «Decorsi quindici anni dall'apposizione del segreto di Stato o, in mancanza di questa, dalla sua opposizione confermata ai sensi dell'articolo 202 del codice di procedura penale, come sostituito dall'articolo 40 della presente legge, chiunque vi abbia interesse può richiedere al Presidente del Consiglio dei ministri di avere accesso alle informazioni». Chiunque, perciò anche un giornalista. Non è così. Il Dis le boccia tutte negandogli l'accesso agli archivi. Gatti non si arrende e presenta un ricorso al Tar del Lazio che sarà respinto il 24 giugno 2011 definendo la sua richiesta troppo vaga e «meramente esplorativa». Il Tar, scrive l'inviato del Sole 24 Ore in un articolo che racconta la sua avventura burocratica, «è come se avesse determinato che per chiedere un documento segreto (e in quanto tale sconosciuto al richiedente) occorre fornirne data e numero di protocollo».

Nessun commento:

Posta un commento