Accadde a Volla, come in un altra miriadi di piccole località semisconosciute italiane,che i cittadini un bel giorno si ritrovarono a dover pagare l' acqua alla G.O.R.I.
Ma i Vollesi non facevano parte di quei 26.637.943 cittadine e cittadini d’Italia (il 54,81% degli aventi diritto) che Il 12 e 13 giugno 2011 avevano votato sì al primo quesito (dei quattro)alla ri-pubblicizzazione del servizio idrico integrato per contrastare l imposizione del governo berlusconi ( in minuscolo)in materia di privatizzazione del servizio idrico?
I politici di allora, cioè quelli di oggi (più o meno sono gli stessi) si scusarono dicendo che a loro era stato imposto, (abbiamo avuto sempre una classe politica senza palle buoni solo a tagliare gli inermi alberi ) ma questa è un altra storia.
Lo ricordate il segratario del Partito democratico Pier Luigi Bersani? no? era quello che non aveva dubbi, quello che diceva sì’ a tutti e quattro i referendum. Compresi i due quesiti sull’acqua.
Ordunque il secondo quesito indicava "l’abrogazione della normativa che consente al gestore del servizio idrico di caricare sulla bolletta un 7 % a remunerazione del capitale investito".
Poi si interrogava i pecoroni Italiani\oti per la produzione di energia nucleare e non ultimo il mantenimento del legittimo impedimento, Bene come è andata a finire?
Governo Monti con il decreto sulle liberalizzazioni ha negato agli enti di diritto pubblico
(le aziende speciali) di gestire acquedotti e rete, mettendo nuovamente nella mani dei privati l’affare dell’acqua italiana
Bisogna sapere che oggi l a quota di guadagno dei privati si è attesta al 20 %. La gestione è divisa in 91 ambiti territoriali che non si capisce il motivo per il quale son stati chiamati ottimali, se il 33 per cento dell’acqua potabile si perde nelle reti colabrodo su 320 mila chilometri di tubature, in parte coibentate con amianto in condizioni di obsolescenza e rischio. ma questo non è l’unico pericolo: recenti analisi dell’acqua piovana caduta nella Penisola hanno riscontrato - quantità al di sopra dei limiti di legge di veleni vari.
Premettendo che secondo noi acqua pubblica non vuol dire gratis, ma vuol dire che non ci sono privati che lucrano sulla fornitura dell'acqua e sulla gestione delle condutture.
Crediamo fermamente che stabilire un minimo di acqua da garantire per tutti sia veramente da paese CIVILE, e pagare la quantita in eccesso sia sempre secondo il nostro modesto parere, la vera strada, l'unico modo per impedire gli sprechi e garantire la manutenzione degli impianti facendo pagare per l'acqua potabile usata per innaffiare il giardino o lavare la vostro gran Torino,solo così nella prossima imminente estate i nostri occhi si eviteranno scene di inquilini terzopianisti innaffiare le loro balconate a TUBI APERTI.
Ma noi siamo Italiani , e qui in Italia privatizzare i servizi idrici vuole dire aprire la strada a tante belle storie fatte anche di meccanismi economici che portano immensi guadagni alle aziende
leopoldo Muschetti
Nessun commento:
Posta un commento