Iscrivimi agli avvisi delle liste civiche di questo comune

Inserisci la tua email per rimanere informato sulla lista certificata
nel comune di VOLLA o nella tua regione



Tenetemi aggiornato
Sono disponbile ad aiutare una lista già  esistente
Voglio partecipare alla creazione di una lista certificata

mercoledì 3 aprile 2013

Accadde a Volla

 Accadde a Volla,  come in  un altra miriadi  di piccole località semisconosciute italiane,che i cittadini  un bel giorno si  ritrovarono  a dover pagare l' acqua alla G.O.R.I. 
Ma i Vollesi  non facevano parte di quei 26.637.943 cittadine e cittadini d’Italia (il 54,81% degli aventi diritto) che Il 12 e 13 giugno 2011 avevano votato sì  al primo quesito (dei  quattro)alla ri-pubblicizzazione del servizio idrico integrato per contrastare l imposizione del governo berlusconi ( in minuscolo)in materia di privatizzazione del servizio idrico?
I politici  di allora, cioè quelli di  oggi  (più o meno  sono gli stessi)  si scusarono dicendo  che  a loro  era  stato imposto, (abbiamo  avuto sempre una classe politica senza  palle buoni solo a tagliare  gli inermi alberi )   ma questa  è un altra storia.

Lo  ricordate il segratario del Partito democratico Pier Luigi Bersani?  no? era quello  che non aveva dubbi, quello  che diceva sì’ a tutti e quattro i referendum. Compresi i due quesiti sull’acqua.

Ordunque il secondo quesito indicava "l’abrogazione della normativa che consente al gestore del servizio idrico di caricare sulla bolletta un 7 % a remunerazione del capitale investito". 
Poi  si   interrogava  i pecoroni  Italiani\oti  per la produzione di energia nucleare  e non ultimo il  mantenimento del legittimo impedimento, Bene come è andata a finire?
Governo Monti con il decreto sulle liberalizzazioni ha negato agli enti di diritto pubblico
 (le aziende speciali) di gestire acquedotti e rete, mettendo nuovamente nella mani dei privati l’affare dell’acqua italiana
Bisogna sapere che   oggi l a quota di guadagno dei privati  si è attesta al 20 %. La gestione è divisa in 91 ambiti territoriali  che non  si capisce il motivo per il quale  son  stati chiamati  ottimali, se  il 33 per cento dell’acqua potabile si perde nelle reti colabrodo su 320 mila chilometri di tubature, in parte coibentate con amianto in condizioni di obsolescenza e rischio. ma questo non  è l’unico pericolo: recenti analisi dell’acqua piovana caduta nella Penisola hanno riscontrato - quantità al di sopra dei limiti di legge  di  veleni  vari.


Premettendo che secondo noi acqua pubblica non vuol dire gratis,  ma vuol dire che non ci sono privati che lucrano sulla fornitura dell'acqua e sulla gestione delle condutture.
Crediamo fermamente   che stabilire un minimo di acqua da garantire per tutti  sia  veramente  da paese  CIVILE, e pagare   la quantita in eccesso sia sempre  secondo il nostro modesto parere,  la vera  strada, l'unico modo per impedire gli sprechi e garantire la manutenzione degli impianti  facendo pagare per l'acqua potabile  usata per innaffiare il giardino o lavare la vostro gran Torino,solo così  nella prossima imminente estate    i nostri occhi   si eviteranno  scene di  inquilini   terzopianisti  innaffiare le loro balconate  a TUBI APERTI.


Ma  noi siamo Italiani , e qui  in Italia  privatizzare i servizi idrici vuole dire aprire la strada a tante belle storie fatte  anche di  meccanismi economici che portano immensi guadagni alle aziende


leopoldo Muschetti

Nessun commento:

Posta un commento