C’è una notizia che è clamorosamente passata inosservata in quanto
censurata dalla stragrande maggioranza dei giornali, dei canali tv e dei
siti web. C’è una notizia che se avesse
riguardato Beppe Grillo o Silvio Berlusconi, da molti considerati come
il male assoluto, la radice dei disastri italiani, apriti cielo… La
notizia è dunque questa che ha riportato Il Giornale: l’ingegnere Carlo
De Bedetti, proprietario del Gruppo Espresso, quindi del quotidiano la
Repubblica, avrebbe evaso la bellezza di 225 milioni di euro! Ma come,
proprio loro? Quelli che si guardano allo specchio per dirsi che sono
belli, bravi e buoni? Quelli che tutti gli altri sono sporchi, demagoghi
e cattivi? Quelli che fanno il tifo per il presunto campione di rigore e
sobrietà, il professor Monti? Esattamente, proprio loro.
Scrive Il Giornale meno di un mese fa, lo scorso 25 maggio:
“Arriva, durissima, la sentenza della commissione tributaria
regionale di Roma. Una mazzata per l’ingegnere, che dovrà pagare la
bellezza di 225 milioni di euro. Al centro della querelle – scrive
Stefano Zurlo – sono le operazioni compiute da De Benedetti subito dopo
aver raggiunto l’intesa con Berlusconi. È il percorso tortuoso seguito
dai tecnici dell’Espresso a sollevare i sospetti degli 007 del Fisco. La
prima mossa a finire nel mirino è la fusione per incorporazione
dell’editoriale la Repubblica nella Cartiera di Ascoli. Per realizzarla
vengono chiamati in causa tre soggetti: l’editoriale la Repubblica, la
Cartiera di Ascoli e l’editoriale l’Espresso, tutti parte della galassia
Cir. Perché viene messo in moto questo meccanismo?
La risposta
dei giudici tributari è tranchant: «Dagli atti emerge con sufficiente
chiarezza che tale operazione non era assistita da valide ragioni
economiche». E allora? «E allora – si legge nel verdetto – se ne deve
dedurre che la stessa non aveva altro scopo se non quello di ottenere un
risparmio di imposta integrando così gli estremi della fattispecie
elusiva di cui all’articolo 10 della legge 408/90, avendo le società
partecipanti alla fusione, Cartiera e Repubblica, esposto
“fraudolentemente“ ragioni economiche che solo in apparenza potevano
giustificarla»”.
Il Giornale precisa che il Gruppo L’Espresso
aveva vinto la ‘partita’ con il fisco in primo grado e vuole ribaltare
il secondo grado ricorrendo alla Corte di Cassazione. Nel frattempo,
però, si dovrà attrezzare per pagare 225 milioni di euro.
Ora,
questa notizia, che i più non conoscono, sta beatamente sul sito
internet del quotidiano milanese. La cosa incredibile – si fa per dire –
è che cercando con Google informazioni su questa vicenda, non si
troverà un bel nulla. Come mai c’è il silenzio tombale? Se la notizia
fosse infondata, il Gruppo Espresso avrebbe già querelato da un pezzo
gli acerrimi nemici de Il Giornale. Se non è avvenuto, dobbiamo dedurre
che le informazioni sono esatte. Parliamo di una cifra colossale. Una
cifra che diventa ancora più colossale se pensiamo che i presunti
responsabili del misfatto sono quelli che volevano moralizzare
Berlusconi e oggi pretendono di moralizzare l’intero paese. Poveri noi.
da nocensura.com
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