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mercoledì 30 ottobre 2013

Quanto ci costa il festival della legalità

Questa mattina a Cercola si è tenuta una manifestazione a favore della legalità. Non ci sarebbe niente da obiettare, anzi,ma certe volte la legalità si presenta sotto strane forme. Questa volta si è presentata sotto forma di un elicottero della polizia, che dopo svariate piroette fà l' inchino al tricolore. Tutto molto coreografico, ma anche molto inutile oltre che dispendioso Avete idea di quanto costi un elicottero che vola qua sopra i cieli vesuviani per due ore? Che rischi abbiamo sopportato? E qui mi sono chiesto: ma quanto ci costa il volo di questi uccellacci? I consumi di un normale elicottero oscillano tra i 150 e gli oltre 400 litri l'ora. Dipende se monomotore o bimotore e che tipo di volo deve effettuare. Per esempio, i moderni AS 350 B3 Ecureuil, elicotteri in dotazione alla Protezione civile, consumano in media 184 litri di cherosene per ogni ora di volo e questo carburante costa circa 1,20 euro più Iva al litro. E’ davvero così necessario annunciare la legalità come fatto eclatante con il volo degli elicotteri? non si possono fare certe manifestazioni senza SPRECARE ( il danaro pubblico? E qualcuno, dagli Uffici della Procura, indagherà mai sulla reale necessità di tutta questa ostentazione “elicotteresca”? Lo sapevo, mi sono rovinato anche questo fine settimana, con i miei dubbi e le mie incertezze. Icaro

lunedì 28 ottobre 2013

Gli e-rode il verde

Mancano pochi giorni a Natale,è cosa troveremo sotto l' albero? Ammesso che un albero rimanga per Natale Non ci sembra aver visto nessuna stella cometa negli ultimi quindici mesi, eppure nella zona Vesuviana, è all'opera un novello Erode, nella persona del Sindaco, basta leggere i post di questi giorni su numerose pagine o gruppi, basta girare una mezz' ora nei circa sei kilometri quadrati Vollesi per scoprire che nella cittadina vesuviana di Volla, dove tutto e come nelle peggiori periferie, si sta perpretrando un verdicidio, basta poco, bastano pochi sguardi per scoprire che a Volla non è adottato nessun regolamento per il verde pubblico e privato,strumento che consentirebbe una gestione razionale del verde urbano pubblico. Il nostrano Erode G, forte di questa mancanza,cerca di portare a termine il suo terribile compito, sterminare tutti gli alberi. chiamando a rapporto i suoi adepti e mandandoli in ogni strada, in ogni via, a cercare il Nazzareno verde, allo scopo di eliminarlo. Le proporzioni del disastro sono tali che rimanere indifferenti, adesso, significa essere complici: e infatti soltanto chi soffre e si dimena e si lamenta è,una persona sana, perché non riesce ad accettare l’orrore come un dato di fatto. Molte domande indecenti andrebbero poste ai sabotatori della società, perché il loro fine inconfessato è di trasformare il paese, o la città, che dir si voglia, in surrogato. Ma c’è molto più di Erode qui, visto che il suo potere non è minacciato da alcun infante. Da un lato innalzano Volla città a misura di bambino, dall’altro distruggono il verde esistente e… "fanno la festa persino agli alberi" che già esistono da prima di loro. Hanno chiesto, almeno, l’autorizzazione alla Forestale? C’è una relazione agronomica che giustifichi l’abbattimento indiscriminato di questi alberi di alto fusto?? a quanto ammonta la spesa per gli abbattimenti?Ma soprattutto vorremmo sapere: chi paga per gli alberi già abbattuti e con quali soldi? “ Invano ho cercato tra le “carte on line” una qualsiasi forma di autorizzazione, una relazione agronomica o, almeno, l’impegno, come è previsto per legge, a ripiantarne altrettanti!!!NIENTE Qualcuno dice che distruggere un albero è come togliere la vita ad un bambino!!! Forse questi “erodi” amministrativi, questi irresponsabili e colpevoli “verdicidi” (“omicidi” del verde pubblico) non se ne sono resi conto. Non ci sono parole!!! Contemporaneamente però tutto quello che ancora rimane da salvare e stato scritto sul retro di un francobollo, e le stelle sono qui a dimostrarlo. Leopoldo Muschetti

giovedì 17 ottobre 2013

Il 50% degli edifici scolastici in Italia non ha la certificazione di agibilità, oltre il 65% è senza certificato di prevenzione incendi e il 36% ha bisogno di manutenzione urgente, e le strutture scolastiche di Volla? Il Movimento Cinque Stelle Volla in data 10/10/2013, si è recato presso la casa Comunale di Volla in Via Aldo Moro, per chiedere, mediante protocollo "Protocollo n° 0017678" http://files.meetup.com/3886992/img088.pdf, una copia dei seguenti certificati: certificato di idoneità igienico-sanitaria, rilasciato dalla A.S.L. competente; certificato di agibilità ad uso scolastico (qualora sia stato prodotto certificato provvisorio o temporaneo o di compatibilità urbanistica per l'uso provvisorio); Le gestioni che, nelle more del rilascio del certificato di agibilità, da parte dell'autorità comunale competente, hanno presentato la perizia tecnica giurata, con il predetto certificato di agibilità dei locali ad uso scolastico; certificato di prevenzione incendi rilasciato dal Comando dei VV.FF. (ove richiesto in relazione al numero di presenze contemporanee nella struttura scolastica). La presente richiesta è stata enunciata solo dopo una evidente "a nostro parere" assenza di manutenzione da parte degli organi preposti presso le strutture scolastiche, partendo dalla semplice tinteggiatura delle aule "dove diversi genitori si sono fatti carico delle spese, 5.00€ per bambino al fine di rendere le aule decenti, e dopo le diverse segnalazioni da parte di numerose mamme, che, nell'accompagnare i propri pargoli presso i vari istituti, hanno notato un degrado ai solai, pareti perimetrali e diverse infiltrazioni d'acqua. Il Movimento Cinque Stelle Volla tiene a precisare che il presente comunicato non vuole creare panico e agitazioni tra i genitori, insegnanti e alunni, ma ha come scopo la sicurezza dei bambini, degli insegnanti e dei diversi collaboratori scolastici che ogni giorno si recano a scuola, quindi si sottolinea che le strutture debbano essere idonee anche per un eventuale rischio sismico. Siamo sicuri che a breve riceveremo i documenti che garantiranno l'idoneità delle strutture, e che le diverse denunce si riferiscono agli interventi di manutenzione urgente, in questo caso informeremo e tranquillizzeremo diversi genitori e servirà a tranquillizzare anche noi, ma si precisa che qualora le medesime non dovessero risultare idonee, provvederemo con diverse ispezioni con tecnici e vigili del fuoco, al fine di capire il grado di pericolo e le eventuali responsabilità. Movimento Cinque Stelle Volla.

mercoledì 16 ottobre 2013

#leggetruffa L'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti è una legge truffa. I partiti continueranno a incassare i soldi pubblici. Il #m5s ha rinunciato a 42 MILIONI di euro.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1154-A) EMANUELE COZZOLINO-Parlamentare del M5S Diciamo no alle campagne elettorali faraoniche e alle spese per giornali e tv di partito con direttori pagati 7.000 euro al mese, un'offesa per i normali lavoratori. La politica in cui crediamo, ma che abbiamo anche già realizzato, è quella a costo limitato e che si sovvenziona con l'aiuto dei militanti. È la politica di chi decide di dedicare parte del suo tempo privato e dell'attività professionale, al suo comune, alla sua regione o al Paese – non alle province – per poi tornare un minuto dopo la scadenza del suo mandato alla vita professionale e privata di prima. Cari colleghi, ma chi lo dice che questa non sarebbe democrazia ? Chi lo dice che fare politica in questo modo metterebbe a rischio l'articolo 49 della Costituzione ? Ecco perché, idealmente diciamo no a questo disegno di legge, perché noi crediamo ad un altro modo di fare politica e vogliamo provare, con i nostri limiti, a realizzarlo. Venendo al merito del disegno di legge, il MoVimento 5 Stelle dice no perché non si tratta di una vera riforma, ma di una dilazione, di un tentativo molto abile di prendere tempo, visto che il temporeggiare è la caratteristica di questo Governo, in attesa di tempi migliori. Si tratta di un gioco di prestigio che il mago Letta ha inventato nel tentativo di calmare l'opinione pubblica e al tempo stesso di non fare davvero male ai partiti che lo sostengono e a tutti gli altri ovviamente. In un film di qualche anno fa dal titolo «The Prestige» uno dei personaggi spiega le tre parti di cui si compone un gioco di magia. La prima è la cosiddetta «promessa» in cui l'illusionista mostra un oggetto e annuncia cosa sta per fare. Il secondo atto è definito «la svolta», ovvero il mantenimento dell'annuncio. Ed il tutto si chiude con l'ultimo atto che è il «prestigio» vero e proprio, ovvero la ricomparsa dell'oggetto. Sembra una descrizione perfetta del metodo seguito dal Governo Letta. Il Governo all'atto del suo insediamento ha annunciato di voler abolire il finanziamento pubblico. E questo costituisce la «promessa». Il disegno di legge costituisce «la svolta». Il Governo illude il pubblico di aver realizzato la promessa. Il problema sta nel fatto che, se le cose stanno come noi temiamo, prima o poi arriverà il «prestigio» vero e proprio, ovvero il tentativo di riaprire i rubinetti come e più di prima. L'articolo 14 stabilisce che nell'esercizio in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, il finanziamento è riconosciuto integralmente. Inoltre prevede che nel primo, secondo e nel terzo esercizio successivi a quello in corso alla data di entrata in vigore della legge, il finanziamento è ridotto del 40, del 50 e del 60 per cento. Pardon, è stato approvato un emendamento che riduce il 25 per cento il primo anno, il 50 per cento il secondo e il 70 per cento il terzo. Ho citato testualmente questo passaggio per sottolineare che il testo non prevede date precise, ma il meccanismo di graduale riduzione della vecchia forma di finanziamento decorre dal momento dell'approvazione della proposta di legge. Cíò significa che se questa legge non dovesse essere approvata entro il 31 dicembre 2013 i partiti percepirebbero legittimamente 91 milioni di euro, ovvero la rata intera del finanziamento pubblico, anche per il 2014.   Sul vantaggio fiscale previsto per le erogazioni liberali si è compiuto un altro colpo di mano proprio per cercare di aumentare il più possibile le risorse a disposizione dei partiti in una contingenza che gli stessi partiti sperano sia il più breve possibile.   Gradualismo, ma sarebbe più appropriato parlare di deroga, anche per quanto riguarda il nuovo articolo 8 relativamente al tetto elevatissimo delle erogazioni liberali di 300.000 euro. Ebbene questo tetto alto come un grattacielo non scatta neppure da subito, ma dal 2017 !   Per quanto riguarda le erogazioni liberali delle persone fisiche si opera su un doppio binario.   Concludo. C’è una canzone molto famosa di diversi anni fa che dice « Berta filava. Filava con Mario e Filava con Gino. Poi nasce un bambino. Non è di Mario e non è di Gino». È la fotografia di questo disegno di legge che non è figlio di nessuno e che non è amato da nessuno dei partiti con cui il governo sta filando per farlo nascere. Questo significa che alla prima occasione utile sarà disconosciuto. Il nostro voto contrario vuole bocciare quella che non è una riforma, ma il piatto forte di Letta, l'ennesimo rinvio. La nostra riforma è agli atti, il tempo dirà chi ha avuto ragione e gli Italiani giudicheranno (Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1154-A) EMANUELE COZZOLINO-Parlamentare del M5S

mercoledì 9 ottobre 2013

Dietro le sbarre di Napolitano

carceri nella illegalità la torrida estate 2011
www.osservatorioantigone.it/upload/.../2865la_torrida_estate_2011.pdf
'Italia risulta disporre già di decine di istituti penitenziari, anche nuovi o restaurati, spesso ultimati, a volte anche arredati e perfino vigilati, che permetterebbero di custodire i carcerati in condizioni più umane, di curare meglio i disabili psichici, di prevenire meglio i suicidi, di difendere meglio i detenuti più deboli, e di offrire condizioni migliori anche alle guardie. Ma  pochi  ne scrivono lo fanno prevalentemente per prendere le distanze dal "business delle carceri" e deplorare il fatto che "avanza il cemento"
 Intanto nessuno ci spiega perché  strutture nuove non si debbano utilizzare. E in rapporto alla popolazione, secondo gli ultimi dati del Consiglio d'Europa l'Italia ha meno detenuti della media europea, con 106,6 carcerati contro  143,8 ogni centomila abitanti.
 
 Gela.  un carcere nuovo di zecca,progettato nel 1959, finanziato nel 1978 inizio lavori 1982 e inaugurato, inutilmente, nel 2007 ,poi altre tre volte
 48 celle pulite, arredate e con il bagno privato ,ma non può aprire,mancano gli agenti di polizia penitenziaria. Per la precisione ce ne sono 10 (ogni sera accendono le luci e le spengono all’alba), ma ne servirebbero altri 80. Dovrebbero guardare i detenuti; per ora si limitano a guardare un carcere vuoto.

Cuneo dove c’è un nuovo padiglione da 400 posti completamente vuoto. Allo stesso modo è  vuoto il carcere di Velletri (altri 200 posti) in provincia di Roma. Semivuoto, invece, il nuovo carcere di Rieti. Dove si sono scelti progetti meno ambiziosi la sostanza non cambia. A Nuoro ci si è “accontentati” di realizzare una nuova ala. Che però non ha mai aperto. Situazione identica ad Avellino. A completare l’elenco delle carceri inutilizzate ci sono altri due reparti vuoti, uno a Enna e l’altro a Barcellona Pozzo di Gotto.Revere (provincia di Mantova) dove i lavori, iniziati vent’anni fa, sono fermi da dieci e i locali sono stati depredati,  quello di Arghillà (Reggio Calabria), ultimato nel 2005 con oltre 90 milioni di euro di spesa e mantenuto, vuoto, con 2,5 milioni di euro annui. In quest’ultimo edificio ci sono le telecamere a circuito chiuso, le celle per 300 detenuti, i computer e il mobilio negli uffici amministrativi. Parrebbe quindi non mancare di nulla; peccato abbiano “dimenticato” di predisporre la strada di accesso. E poi Gorizia, Udine, Pinerolo, Codigoro, Pontremoli, Pescia, Ancona, Gragnano, dismesso per un problema geologico. Dismesso anche il carcere di Frigento. Quello di Morcone è completato ma ancora chiuso.senza dimenticare Altamura.

 ed ancora il carcere empolese di Pozzale un fortino di cemento vuoto e inutile,26 celle vuote alla faccia della razionalizzazione gli unici ospiti ora sono rimasti alcuni agenti tenuti a sorvegliare la struttura.
Bovino (Foggia), con una struttura da 120 posti, già pronta, chiusa da sempre.
Accadia (Foggia), il penitenziario consegnato nel 1993, è ora di proprietà del Comune e mai utilizzato.
Irsina (Matera), è costato 3,5 miliardi di lire negli anni ’80, ha funzionato soltanto un anno ed oggi è un deposito del Comune.
Castelnuovo della Daunia (Foggia) è arredato da 15 anni e mai aperto.
Orsara (Foggia), dove è presente una struttura mai aperta.
Volturara Appula (Foggia), la struttura da 45 posti è ancora incompiuta.
Maglie (Lecce) è solo parzialmente utilizzato per ospitare detenuti semi-liberi. Non è finita.
Francavilla Fontana, utilizzata per un po’ di tempo e poi adibita a sede della Polizia municipale. L’istituto di Spinazzola, attualmente chiuso, invece, ospitava 40 detenuti , pur potendone accogliere cento.

Ci sono, poi, l’istituto di Minervino Murge, mai completato, e la struttura di Casamassima, “condannata all’oblio da un decreto del Dipartimento”. A Monopoli, dove gli sfrattati avevano trovato un tetto nelle celle, la prigione è stata dismessa.
 A Mileto (Vibo Valentia), il carcere è stato ristrutturato e chiuso. Mentre a Minervino Murge (Bari), la struttura non è mai entrata in funzione.
Il carcere di San Valentino (Pescara), costruito da quasi 20 anni, non ha ospitato mai alcun detenuto e ora è in totale stato di abbandono.

A Monopoli (Bari) nell’ex carcere mai inaugurato, non ci sono detenuti ma sfrattati chehanno occupato abusivamente le celle abbandonate da 30 anni.


Costruiscono, spendono soldi pubblici, ma poi lasciano vuote le nuove strutture. Sono pazzi? No. Sono interessati alla torta da spartire. Soldi. Soldi. Soldi. La verità è che per risolvere la vergognosa situazione penitenziaria occorre ripensare l’intero sistema politico, senza nessuna possibilità di condono,o  amnistia quella più volte invocata dal presidente Napolitano

Silvio pellico

giovedì 3 ottobre 2013

Gli Scissionisti (The day after)Il Nuovo cartello

Tutto deve cambiare affinché nulla cambi, diceva – nel Gattopardo - Don Fabrizio al forestiero che tentava di mettere in piedi una nuova classe dirigente siciliana.


  Alfano e gli scissionisti, hanno deciso  di  mettersi per  fatti  loro,un nuovo cartello politico almeno  fino   al  momento  in  cui stiamo scrivendo  non  vogliono  genuflettersi alle  ultime disperate urla di rabbia di un capo vicino alla condanna (politica e/o giudiziaria, decidete voi). Il dato politico è l’incoerenza – divenuta ormai troppo troppo esagerata – di una  cosa  chiamata partito imperniato a parole sul garantismo e sulla certezza della pena, temi calpestati dalle necessità contingenti e personali del suo leader. Vedere un partito basare le proprie scelte politiche circa le sorti di un governo e di un paese sulle prospettive giudiziarie di un singolo uomo, è aberrante. In questo senso, a Berlusconi è arrivato dai suoi un segnale chiaro, sia da parte di chi ha consumato lo strappo, sia dai fedelissimi cagnolini che fino all’ultimo hanno supplicato il voto di fiducia. E alla fine, conti alla mano, Silvio ha dovuto cedere.
Lo strappo di Alfano e compagni ha alla base qualcosa di più di un semplice scatto di dignità.  hanno inferto un’altra sconfitta, alla sinistra appunto, quella di Bersani e D’Alema. Non solo il Pdl, ma anche il Pd esce mutato da questo voto. Perchè Letta (Gianni+Enrico, è la stessa cosa) hanno ora in mano le redini di entrambi i principali cartelli
italiani. In entrambi gli schieramenti, sanno di poter contare su truppe sostanziose che nel momento del bisogno non hanno esitato di dare il loro apporto.
Hanno ucciso i vecchi, Berlusconi e D’Alema, per far resuscitare il vecchissimo, la Democrazia Cristiana. Che si sta staccando, da destra e da sinistra, per riabbracciarsi dopo tanto tempo. L’uccisione del leone Silvio ha un messaggio: i poteri forti hanno deciso di abbandonare il Cavaliere per puntare su un altro cavallo. Lo ha confessato lui stesso, amareggiato per il mancato esito positivo della trattativa con Napolitano, affidata a Letta detto  o ZIO. Ciò giustifica la serafica tranquillità dei Formigoni, Cicchitto e via dicendo, ciò giustifica la disperazione della Santanchè.