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sabato 8 febbraio 2014

LA SCUSA DELLA TAV

 Grillo in galera  questa era la notizia di  ieri strombazzata ai quattro venti dagli sperperatori di carta.
Mentre i piddini tutti   da quelli che contano o quelli che non contano un cazzo gia gongolavano alla notizia.
Grillo in galera, reo di aver cercato  di salvare il paese  entrando in una baita, ora il temibile bandito è Grillo, armato di fucili damaschinati e di pugnali con l’elsa d’argento, sentendosi nella solitudine immensa dei boschi profondi della Val di Susa, dei quali sapeva ogni sentiero.
Il buon Grillo sentendosi forte come il toro,  volle quell giorno assaporare la voluttà di sentirsi lupo, è sfidando la legge ( della TAV)  entro nella baita.
Grillo verrà processato perchè dissidente, la TAV e solo una banale quanto puerile scusa.

TAV, acronimo di Treno ad Alta Velocità. Una storia  che comincia all’inizio degli anni Ottanta,
Ma andiamo con ordine.
L’idea della costruzione di nuove infrastrutture ferroviarie per sfruttare le potenzialità dei nuovi treni, appunto, ad alta velocità, parto di una tecnologia sempre più sviluppata, nasce nel 1984 quando l’allora Ente delle Ferrovie dello Stato decide di costituire un’apposita società incaricata di delineare un progetto per velocizzare l’ormai (e ancora oggi) decrepito e mal funzionate sistema del trasporto su rotaie italiano.
Il 25 ottobre 1984, per l’esattezza, nasce la Italfer SIS.T.A.V., una società che ha un preciso oggetto sociale: la definizione, lo sviluppo e la progettazione di sistemi di trasporto ferroviario ad Alta Velocità. Occorreranno però altri due anni e mezzo prima che il Parlamento, il 17 febbraio 1987, approvi la legge n.80 che stabilisce gare d’appalto, riservate solo a imprese italiane, per la realizzazione delle tratte dell’Alta Velocità, nella cui progettazione avevano già pesantemente investito sia la Italferr SIS.T.A.V., sia altre aziende nazionali.
Scandali a ripetizione - che finiranno nel calderone, delle inchieste giudiziarie che preludono all’esplosione di Tangentopoli - bloccano tutto almeno fino al 1991 quando l’idea riprende quota, nonostante che l’anno prima il commissario straordinario delle Ferrovie, il prof. Franco Reviglio, avesse definito l’Alta Velocità come la pretesa di “montare il motore di una Ferrari su un’utilitaria”.
E’ proprio nel 1991 che dal cilindro di un personaggio assai discusso, il ministro del Bilancio Paolo Cirino Pomicino ora presidente di auto strade meridionali e tangenziale di Napoli, viene estratta un’idea di architettura finanziaria a dir poco fantasiosa, ma molto suggestiva per un Paese avviato alla definitiva privatizzazione della sue strutture. Nasce così la TAV spa che, annullando tutto quello che era stato progettato fino a quel momento, affida la progettazione e la costruzione di nuove opere utili all’Alta Velocità - senza gare d’appalto, ma a trattativa privata - a dei General contractor che, guarda caso, sono le maggiori imprese italiane. L’investimento è di 26.180 miliardi delle vecchie lire che al 60% dovrebbero essere coperti da investimenti privati. Una pura finzione perché, in realtà. I costi, tutti i costi, ricadranno sulla collettività.
L’obiettivo è la costruzione di otto tratte ferroviarie superveloci che alla fine avrebbero dovuto coprire le distanze tra Milano e Napoli, sull’asse ferroviario nord-sud e quello tra Genova e  Venezia per quanto riguarda l’asse ovest - est.
Tutto questo avveniva nel 1991.

Nonostante il fallimento complessivo dell’idea dell’alta velocità ferroviaria, i progetti ed i lavori (anche se a passo di lumaca) sono proseguiti nel tempo, con una straordinaria lievitazione dei prezzi: da 26.180 miliardi di lire a 83.700 milioni di euro (cioè, in vecchie lire, oltre 162 mila miliardi), più di 6\8 volte il costo preventivato.

Così mentre  un pezzo del territorio nazionale viene dichiarato zona militare e martoriato , contro il volere del popolo sovrano  le garanzie costituzionali sulla libertà di movimento, espressione, manifestazione vengono spazzate via, cancellate. Verra Grillo rinchiuso in qualche  prigione segreta?( strutture clandestine in ambienti particolari )che al nostra insaputa, magari gia stanno sorgendo? su questo magari accettiamo rassicurazioni dai rappresentanti M5S presenti nel COPACO.
Da qui in poi  farà comodo sapere che servizi segreti sono degli elefanti fuori controllo. Possiedono armi, soldi, perfino delle flotte aeree, il tutto fuori da ogni controllo pubblico.esempio:negli anni ’70 e ’80. Vincenzo Casillo, il numero due di Cutolo, aveva in tasca la tessera dei servizi quando accendendo il motore d’avviamento della sua macchina, accese senza accorgersene anche l’esplosivo che aveva sotto il seggiolino.

 LArgentina e più vicina di quanto pensiamo.

Nato il 68

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